I nuovi numeri che la Cina ha comunicato sui contagi da Coronavirus sembra essere più bassa di quella comunicata quasi due settimane fa: pare che l’epidemia stia rallentando. Il picco, però, deve ancora arrivare
Dalla Cina arrivano numeri che fanno ben sperare sull’evoluzione del Coronavirus. Per la prima volta da quanto è partita l’emergenza, infatti, pare che ila cifra relativa ai decessi e ai contagi sia scesa: si parla di 2.015 nuovi contagi e 97 nuovi decessi. In totale, si arriva a 1.115 vittime; eppure, le cifre sono meno alte rispetto a quelle comunicate lo scorso 31 gennaio 2020. Una fase di rallentamento che non deve fare pensare che il peggio sia passato, in quanto la fase di picco della diffusione del virus non si è ancora raggiunta. Ma per i medici cinesi siamo vicini.
Il picco del Coronavirus sta per arrivare, per i medici cinesi sarà tra metà e fine febbraio
Le Borse cinesi hanno ripreso a viaggiare su trend positivi, trainate dai risultati confortanti che arrivano sui numeri del Coronavirus. Crescono i casi accertati, e questo significa che non siamo ancora arrivati al picco massimo, ma le cifre parziali sono in discesa rispetto a quelle registrate 13 giorni fa. Cifre, queste, che invitano a tenersi cauti e la cautela arriva soprattutto da parte di medici e studiosi.
Zhong Nanshan, epidemiologo di 83 anni, è stato chiamato dal Governo cinese a svolgere il ruolo di consulente ufficiale. Parliamo di uno studioso chiave nel periodo dello lo scoppio della SARS e che ha fatto delle rivelazioni parlando ai microfoni di Reuters: secondo lo studioso il picco si avrà tra metà e fine febbraio. Quando dovrebbe rientrare la crisi? Verso il mese di aprile.
Il picco del Coronavirus sta per arrivare, secondo altri studiosi non si possono fare previsioni
Non tutti la pensano come Nanshan e altri esperti preferiscono tenere un profilo più cauto e basso. Per esempio, per Brendan Murphy (Chief Medical Officer australiano) è prematuro dare una , valutazione della situazione. È sua idea che si debba seguire l’evoluzione giorno dopo giorno, monitorando tutti i dati.
Nei confronti della Cina e dei cinesi si sta levando un’ondata di risentimento e questo perché all’inizio di tutto la questione Coronavirus è stata presa sotto gamba: le misure di controllo e contenimento sono state attivate con ritardo. Questo ha aiutato a diffondersi l’incertezza sulla reale portata dei contagi e, soprattutto, ha consentito ai contagiati di viaggiare anche fuori dai confini nazionali.
È ovvio che la Cina voglia risolvere al più presto l’emergenza, anche per far tornare a volare la sua economia: se non ci fosse il calo dei casi entro la quarta settimana di febbraio, si potrebbe infatti decidere di chiudere di nuovo le azienda. I media di regime, come riporta la Repubblica, stanno insistendo molto sul rallentamento dell’epidemia nel tentativo di dare un segnale politico di fiducia.
Maria Mento