La donna, famosa per il suo atteggiamento di sfida verso le convenzioni religiose, è stata punita con l’uccisione del suo Husky
AFGHANISTAN: Piange la violenta uccisione del suo husky Sahba Barakzai, la donna afghana famosa per aver sfidato le convenzioni di un paese dove, per le donne, non c’è spazio né libertà. Sahba è nota ad Herat, il suo paese, perché insegnava sport alle ragazze, in particolare arti marziali e bicicletta. Una punizione per il suo coraggio?
Hanno trucidato il husky sotto i suoi occhi
Aseman, questo il nome del suo cane (chiamato come il cielo) è stato ucciso la settimana scorsa fuori la città di Herat. Sahba era in giro con la sua famiglia a portare a passeggio il cucciolo in un tranquillo weekend, un gesto che per noi può risultare banale e quotidiano. Ma non in Afghanistan. Ad un certo punto, infatti, è spuntato da dietro un albero un uomo che ha aperto il fuoco contro il petto del povero cane. Sahba è immediatamente corsa verso Aseman, implorando l’uomo di fermarsi, ma il peggio doveva ancora arrivare. Altri uomini armati sono venuti fuori dal bosco e hanno sparato altre quattro volte. Alla donna e alla sua famiglia non è rimasto nient’altro da fare che allontanarsi immediatamente dal posto per paura di essere feriti anche loro. “In un Paese dove le persone ammazzate non fanno notizia, figuriamoci se aveva senso denunciare alla polizia la morte del mio Aseman. Che ne avrei ricavato?” ha detto Sahba.
L’hanno punita per il suo coraggio di sfidare le convenzioni
Il motivo è alquanto assurdo. Sembra incredibile ma in Afghanistan una donna non può possedere un cane. Ma, soprattutto, non può possedere diritti. L’uccisione dell’husky pare infatti sia stato unicamente un pretesto per punire l’ardore della donna che nella sua comunità iniziava a farsi conoscere per la sua timida indipendenza. Insegnava alle donne arti marziali e come andare in bici. Piccoli gesti che possono sembrarci banali, ma che in un contesto come quello sono a dir poco rivoluzionari, e soprattutto possono essere di grande aiuto per le donne a cui è impedito di fare gruppo in qualsiasi modo. Solo vent’anni fa le bambine venivano tenute lontano dai banchi di scuola. La bbc, che ha raccolto la testimonianza della famiglia, ha riportato: “Ancora non sappiamo cosa abbia spinto quegli uomini a sparare. Ma crediamo che abbia a che fare con il lavoro di Sahba”. La sorella Setayesh ha riportato che: “Era la prima donna proprietaria di un club sportivo”. Sahba era già stata minacciata, ma lei da dieci anni ha continuato con costanza nel suo impegno sportivo. La donna fino ad oggi ha resistito, ma la violenta morte del suo husky l’ha spinta a lasciare l’Afghanistan per muoversi verso terre dove Sahba, finalmente, può essere libera di praticare la sua passione, una passione che unisce, e certamente non uccide nessuno.