Coppia costretta a rifugiarsi dietro un muretto per ripararsi dal “gioco” dei cacciatori

Caccatori scatenati in Manduria

Prepotenza e caccia: una storia che ha dell’incredibile se non fosse, tristemente, vera. Protagonisti i cacciatori e una coppia di residenti in una contrada manduriana.

Una tranquilla zona di campagna è ora oggetto di indagini dei carabinieri di Manduria, alla ricerca di alcuni ‘rambo dei poveri’ che ieri si sono esibiti in un eccesso di spari a riperizione.

La zona ricade nel comune di Manduria vicino al confine con quello di Maruggio, luogo di villette per le vacanze ma occupate anche d’inverno da famiglie, soprattutto tedesche.

Le vittime odierne sono due coniugi cinquantenni manduriani , colpevoli di aver osato consumare uno spuntino all’aperto.  Udendo lo scoppio dei fucili, esplosi a poche decine di metri da loro, hanno segnalato la loro presenza e invitato i cacciatori ad allontanarsi.

Gli armati hanno risposto sparando in direzione della coppia, costretta a rifugiarsi dietro ad un muretto. Secondo la denuncia presentata ai carabinieri, i cacciatori avrebbero cominciato a minacciare e a insultare i coniugi che, intimoriti, hanno chiamato i carabinieri.

Il tiro al bersaglio è continuato per diversi minuti con i pallini che cadevano “a pioggia” sui cespugli intorno alla coppia.  I due sono stati costretti a rifugiarsi nel proprio furgone inseguiti dagli spari e dagli insulti divertiti dei cacciatori.

Alla vista dei carabinieri gli uomini armati si sono allontanati continuando però ad esplodere colpi sempre nella stessa direzione e facendo perdere le proprie tracce.

Una ricca documentazione fotografica attesta la presenza sul terreno di diverse centinaia di cartucce, tutte concentrate nella postazione del gruppo di cacciatori .

Uso improprio delle armi da caccia, una follia non isolata

L’episodio descritto non è nemmeno l’unico: quella zona in particolare, nonostante sia abitata da diversi nuclei famigliari anche con bambini, è divenuta presidio esclusivo di cacciatori senza scrupoli.

Inutili i tentativi dei residenti di rendere la zona interdetta alla caccia, a causa di complesse normative che solo le amministrazioni comunali potrebbero risolvere, chiedendo alla Regione Puglia una nuova perimetrazione delle zone di rispetto con divieto di caccia.

Davanti ad episodi simili è difficile non ricordare Gianfranco Barsi, operaio di 49 anni, caduto a terra in una pozza di sangue davanti agli occhi del figlio Riccardo, studente 19enne.

In quel caso i due potavano il proprio oliveto a Lucca quando, alla legittima richiesta di sparare lontano da dove stavano lavorando, il cacciatore rivolse l’arma contro entrambi. Il figlio riuscì a fuggire tra gli olivi, mentre il padre, fermo sopra la pianta, fu colpito e reso tetraplegico.

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