“Nel 2020 si diffonderà in tutto il mondo Wuhan-400, una grave polmonite”, è quanto si legge sulle pagine di un romanzo del 1981 che girano sul web. Bufala o profezia?
Di coronavirus cinese parlava già Dean Koontz in un suo libro scritto quarant’anni fa? La scoperta sta facendo il giro del web: stiamo parlando di The eyes of darkness, che il famoso autore statunitense, suoi decine di romanzi divenuti bestseller, ha pubblicato nel 1981. Sui social stanno circolando in queste ore le pagine originali di alcune copie cartacee e gli utenti hanno notato, in particolare, quanto riportato a pagina 333. Nella fattispecie la frase: “Wuhan-400 è un’arma letale (…) intorno al 2020 una grave polmonite si diffonderà in tutto il mondo (…) in grado di resistere a tutte le cure conosciute”. Ma non è tutto perchè nel thriller si legge qualcosa che ricorda molto da vicino quanto recentemente accaduto in Cina: “Uno scienziato cinese di nome Li Chen fuggì negli Stati Uniti, portando una copia su dischetto dell’arma biologica cinese più importante e pericolosa del decennio. La chiamano ‘Wuhan-400’ perché è stata sviluppata nei loro laboratori di RDNA vicino alla città di Wuhan ed era il quattrocentesimo ceppo vitale di microorganismi creato presso quel centro di ricerca”.
L’opinione del blogger antibufale Paolo Attivissimo
Sull’incredibile analogia tra finzione del romanzo e realtà si sono espresse anche alcune testate locali, spiegando che nella versione originale del romanzo, che in Italia è inedito, il virus si chiamava Gorki-400 e che solo nel 1989 è stato ‘trasformato’ in Wuhan-400. “E’ pressoché inevitabile – ha sottolineato il blogger antibufale Paolo Attivissimo – che fra i milioni di storie che vengono scritte prima o poi qualcuna ci azzecchi, almeno vagamente (leggendo i dettagli del romanzo, le caratteristiche del ‘Wuhan-400’ divergono fortemente da quelle del coronavirus)”. Aggiungendo inoltre che non si tratta del primo caso di “apparente precognizione letteraria: il romanzo del 1898 The Wreck of the Titan di Morgan Robertson ‘previde’ il disastro del Titanic del 1912 descrivendo un transatlantico, il Titan, che affondava nel Nord Atlantico dopo uno scontro con un iceberg. In questo caso, però, il romanzo fu ritoccato dopo il 1912 per renderlo più calzante. Nella versione originale, infatti, la nave era di stazza minore, e il titolo era un ben più generico Futility”.