Lo ha colpito 135 volte con una vanga di metallo, lasciandolo in coma.
Yulia Blokhina, una 34enne russa, ha aggredito con violenza inaudita suo figlio adottivo di soli 6 anni. La donna lo aveva già colpito alla testa con un manico di legno come “punizione” per aver preso del cibo dal frigorifero.
Il piccolo Stepan Kukin respirava ancora dopo i terribili colpi inferti dalla 34enne. Ma la donna e suo marito hanno aspettato un’ora e mezza prima di chiamare un’ambulanza.
Il bambino ha riportato gravi ferite alla testa e fratture alla clavicola, alle costole e al bacino, oltre a tagli multipli e lividi.
Il ragazzo è rimasto in coma per nove mesi, senza mai riprendere conoscenza. Ad aprile del 2019 il decesso, avvenuto in ospedale.
In un primo momento, la donna ha detto alle forze dell’ordine che il piccolo Stepan si era ferito “cadendo dal suo letto”.
La donna è stata condannata per omicidio e tortura
Successivamente, la 34enne ha incolpato la figlia maggiore Alina, su cui è stata fatta pressione per confessare i crimini mai commessi.
Tuttavia, come riportato dal Daily Star Online, alcune prove forensi hanno chiaramente dimostrato la colpevolezza della donna, che è stata condannata per omicidio, tortura, precedenti danni fisici e fallimento nelle sue funzioni di madre adottiva.
Suo marito Yevgeny Blokhin, 36 anni, è stato condannato a quattro anni di reclusione per tortura e per aver inflitto danni fisici al bambino.