Un difetto di notifica metterebbe a rischio la condanna all’ergastolo del nigeriano Innocent Oseghale, condannato per l’omicidio di Pamela Mastropietro.
Clamoroso sviluppo nella vicenda della morte di Pamela Mastropietro, la ragazza di 19 anni assassinata a Macerata il 29 gennaio 2018. Infatti, rischia di saltare per un difetto di notifica la condanna all’ergastolo del nigeriano Innocent Oseghale. L’uomo è stato condannato all’ergastolo, ma i suoi legali hanno evidenziato un difetto nei primi mesi dell’indagine. In quel periodo Oseghale era rinchiuso nel carcere di Montacuto.
Infatti, il Codice di Procedura Penale prevede che gli accertamenti medico legali e tossicologici sul corpo della vittima sarebbero dovuti essere notificati sia al nigeriano che al suo avvocato. Ma ciò non è avvenuto. Infatti, la notifica sarebbe stata notificata solo al legale del nigeriano.
I legali di Oseghale hanno presentato in passato richiesta per il processo di appello e attendono la fissazione dell’udienza: “Noi con la richiesta del processo di appello avevamo sollevato anche questa questione e siamo pronti a discuterla. Bisogna aspettare l’appello”.
Omicidio di Pamela Mastropietro, un difetto di notifica metterebbe a rischio la condanna all’ergastolo di Oseghale
In caso il difetto di notifica dovesse essere riconosciuto, la situazione potrebbe ingarbugliarsi notevolmente. A spiegarlo brevemente è l’avvocato Marco Valerio Verni, lo zio di Pamela Mastropietro che si è preso l’incarico di difendere la parte civile al processo.
Queste le sue parole rilasciate a ‘Fanpage’: “Rischieremmo di perdere alcuni esami medico legali e tossicologici sul corpo di Pamela, sarebbe più difficile, a quel punto, dimostrare l’accoltellamento, ma anche l’overdose, paradossalmente. Ma Pamela, chiaramente, non è morta di freddo”.