Il Sant’Orsola di Bologna in sole 3 ore apre un reparto nuovo per chi è positivo al coronavirus

Aperto il nuovo reparto destinato alla cura del Covid-19 presso l’ospedale bolognese

In questi giorni più che mai ci si sta rendendo conto dell’enorme sforzo che medici e personale sanitario ad ogni titolo stanno portando avanti per fronteggiare l’emergenza derivante dalla diffusione del coronavirus. Secondo l’ultimo bollettino ufficiale l’Italia attualmente conta 5.883 casi positivi. L’esponenziale crescita del virus sta mettendo in ginocchio moltissimi ospedali italiani, che sono costretti minuto per minuto a tamponare al meglio l’emergenza, allestendo in altri reparti quelli di terapia intensiva per i casi più gravi.

Il lodevole esempio del Sant’Orsola

In sole 3 ore l’ospedale bolognese del Sant’Orsola è riuscito ad allestire un reparto ad hoc per i pazienti infettati dal covid-19. Il nuovo reparto si è dotato di 24 posti letto dedicati a chi è risultato positivo positivo al tampone ma non necessita di “setting assistenziali e clinici intensivi”, come è stato riportato sul sito del Policlinico. Il reparto è stato collocato nel padiglione 1 al posto di urologia, che ha dovuto, per forze di causa maggiore, ridurre il numero di interventi chirurgici programmato. Il fine è quello di “liberare risorse da destinare alle terapie intensive e in questo modo potenziarle tanto per quanto riguarda i posti letto che per quanto attiene al personale”. Il nuovo reparto è nato grazie alla collaborazione di tutti gli operatori sanitari, impegnati 24 ore su 24 per fronteggiare l’emergenza.

Potenziato anche il reparto di terapia intensiva

Per quanto concerne il reparto di terapia intensiva collocato nel padiglione 23 “sono 11 i posti di terapia Intensiva che sono stati dedicati esclusivamente al COVID-19 che diventeranno 18 nei prossimi giorni”, come specificato dal commissario Sergio Venturi, che ha aggiunto “Stiamo riprogrammando l’attività degli ospedali con la possibilità di creare degli Ospedali Covid-19 da utilizzare fino a quando ci sarà l’emergenza. Stiamo potenziando ovunque la nostra capacità di risposta dove abbiamo spazi a disposizione e dove abbiamo meno capacità ricettiva stiamo facendo accordi con il privato accreditato”.

Un esempio lodevole dunque, che purtroppo, però, non tutti gli ospedali italiani saranno in grado di seguire. Nella giornata di oggi alcuni governatori delle regioni del Sud Italia hanno espresso la loro preoccupazione per la potenziale emergenza che potrebbe venire a crearsi dopo l’esodo avvenuto dal Nord Italia verso il Sud. 

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