Coronavirus, in Spagna possibile selezione shock dei pazienti: in Terapia Intensiva chi ha più speranze di vivere

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La Semicyuc ha redatto un documento in cui si fa riferimento a una tragica selezione dei pazienti: le indicazioni suggeriscono di ricoverare in Terapia Intensiva solo chi puù sopravvivere

La Spagna è arrivata alla decisione shock di “consigliare” l’accesso alla Terapia Intensiva ai soli pazienti ritenuti in grado di sopravvivere al Coronavirus. Si tratta di un’indicazione che come ci racconta El Mundo si ricava da un documento stilato dalla Semicyuc di concerto con la Società Spagnola di Medicina Interna. Nei pazienti con patologie critiche diverse dal Covide-19  si dovrà dare la precedenza a chi può averne il massimo beneficio, valutando la malattia con un approccio globale e non in maniera isolata.

La Spagna vuole limitare l’accesso alla Terapia Intensiva, il documento della Semicyuc in cui si parla della selezione dei pazienti

La Semicyuc (la Società Spagnola di Medicina intensiva, Criticità e Unità Coronariche) ha redatto un documento shock in cui si dichiara la necessità di selezionare i pazienti affetti da Covid-19 e di non curarli nell’ordine in cui arrivano in ospedale.

Dovranno essere ammessi in terapia intensiva solo i pazienti che, viste le loro condizioni di salute generale, possono riuscire a sopravvivere. Ne consegue che da questo elenco vengano esclusi pazienti con una situazione di salute già molto compromessa e anziani, a favore di persone nettamente più giovani.

Naturalmente, non si tratta di un assunto da rispettare per legge ma di alcune linee guida. Nel documento si può leggere cheAmmettere un ingresso può significare negarne uno a un’altra persona che potrebbe beneficiarne di più, quindi è necessario evitare il criterio dell’accesso in base agli arrivi […] la persona con gli anni di vita più adeguati alla qualità dovrebbe essere prioritaria”.

La Spagna vuole limitare l’accesso alla Terapia Intensiva, anche in Italia la Siaarti aveva stilato un documento analogo

Qualche settimana fa, anche in Italia si era parlato della possibilità di limitare l’accesso alla Terapia Intensiva nel caso il cui il caso dei contagi fosse aumentato in maniera insostenibile. Un documento pubblicato da Siaarti (Società Italiana di Anestesia Analgesia Rianimazione e Terapia Intensiva) contiene alcune proposte su dei criteri di intervento da adottare per far fronte a un eventuale sovraccarico non gestibile delle strutture ospedaliere.

Come estensione del principio di proporzionalità delle cure, l’allocazione in un contesto di grave carenza (shortage) delle risorse sanitarie deve puntare a garantire i trattamenti di carattere intensivo ai pazienti con maggiori possibilità di successo terapeutico: si tratta dunque di privilegiare la ‘maggior speranza di vita’”: è questo il passaggio chiave del documento che è stato riportato da diverse testate giornalistiche.

Si era poi diffusa una notizia secondo cui la selezione di pazienti era già stata avviata in Lombardia: questione prontamente smentita dall’Assessore al Welfare Giulio Gallera. Le parole contenute nel documento di Siaarti sono state ferocemente criticate un po’ da tutti, sui social. Perché ognuno di noi ha tra i propri cari almeno una persona anziana o malata che non vorrebbe mai venisse abbandonata al suo destino.

Maria Mento