Mes, l’aut-aut di Di Maio a Conte ha messo a rischio il Governo: “L’Italia non una seconda Grecia”

Di Maio -Giuseppe Conte: il governo ha rischiato di saltare

La stabilità di governo è stata messa a rischio: per Di Maio è impossibile accettare il MES e ha minacciato l’uscita. “L’Italia non deve essere massacrata dalla Troika, come una seconda Grecia”.

Di Maio ha sollevato un problema per cui il governo Conte-bis “è stato sul punto di saltare”.  L’ultimatum del Ministro dell’interno è stato: “Se si accetta il Meccanismo europeo di stabilità (Mes) con il cappello in mano, il Movimento esce dalla coalizione governativa. L’Italia non deve essere massacrata dalla troika, come una seconda Grecia”.

L’aut-aut scaturisce da un intervista al Financial Times nella quale il presidente Conte ha espresso la volontà di ricorrere ai fondi Mes, purché non subordinati a condizioni capestro.  In un articolo di Dagospia, si spiega come di Maio abbia posto l’accento sull’assenza di sicurezza “che quando i crediti dovranno essere rinnovati non ci saranno imposte gravose, misure fiscali e la ristrutturazione del debito, e che dunque non ci stiamo mettendo nelle fauci dei falchi del Nord Europa, capeggiati dal leader olandese Rutte?”

Accettare l’aiuto del Mes è accettarne il giogo

Di Maio ha ricordato al premier che per accettare l’aiuto economico del Mes occorre che “il parlamento approvi un memorandum of understanding che pone sotto controllo le finanze pubbliche attraverso cure da cavallo alla greca, ma in realtà molto peggio perché dopo la crisi sanitaria saremo già moribondi”. Idea alla quale il parlamento, ad eccezione del Pd e Conte, è contrario.

Al momento di difficoltà Conte deve aggiungere il ministro della Sanità Roberto Speranza (LeU). Attualmente il ministro si dichiara favorevole alle iniziative lockdown dei governatori leghisti Fontana e Zaia andando contro il Pd di Zingaretti e Franceschini, grandi alleati di Conte.

In più ci sono segni di insofferenza tra lo staff di Palazzo Chigi nei confronti delle iniziative di Casalino, portavoce del premier, in particolare da parte di Chieppa e Benassi.

Altra fonte di ostracismo viene dal Quirinale, dove tutit spingono Mattarella a dare a Conte sufferimenti forti su come agire in questa crisi Nazionale.