Le persone con disabilità potrebbero essere tra quelle a pagare maggiormente dazio durante l’emergenza coronavirus.
E’ quanto emerge in una guida sulle persone a cui i medici dovrebbero dare priorità per il trattamento da Covid-19. Le linee guida, pubblicate dallo stato dell’Alabama, riferiscono sulle modalità di razionamento dei ventilatori nel caso la pandemia arrivi ad un livello tale da sovraccaricare le proprie risorse.
I funzionari dell’Alabama affermano che “le persone con grave ritardo mentale, demenza avanzata o grave lesione cerebrale traumatica possono essere candidati secondari per il supporto del ventilatore”. Lo stesso varrebbe per le persone che presentano complicazioni neurologiche catastrofiche come lo stato vegetativo persistente.
Una guida simile è stata pubblicata anche a Washington e in Arizona, con medici in quest’ultimo stato incaricati di “investire le proprie risorse verso i pazienti il cui bisogno è maggiore o la cui prognosi consente di ottenere con più probabilità un risultato positivo con risorse limitate”: lo riporta il quotidiano britannico “Metro”.
Le associazioni a tutela delle persone disabili sono sul piede di guerra
Le associazioni a tutela delle persone affette da disabilità hanno ora presentato denunce contro il Dipartimento della salute e dei servizi umani (HHS) degli Stati Uniti, chiedendo garanzie per le persone disabili che non devono in alcun modo essere discriminati nel ricevere cure durante l’emergenza coronavirus.
Le associazioni stesse ricordano che molti dei sette milioni di americani che vivono con disabilità intellettive sono già a forte rischio di contagio da Covid-19 perché vivono spesso in case di gruppo, luoghi che diventano spesso focolai del virus.
Inoltre, le persone con disabilità potrebbero avere difficoltà a rispettare le indicazioni sul distanziamento sociale, sul lavaggio accurato delle mani e sull’indossare correttamente le mascherine di protezione.