Hong Kong è in quarantena, per la seconda volta. Al primo momento di stop era seguita la riapertura di negozi e uffici, ma questo ha portato a una nuova impennata del numero dei malati
Hong Kong sta vivendo la sua seconda quarantena ed è un questo un dato a cui bisogna fare attenzione perché anche l’Italia potrebbe venirsi a trovare nella stessa situazione. La regione autonoma cinese- mentre la Cina affrontava il momento più alto della sua emergenza- era riuscita a contenere la diffusione del contagio annoverando tra i cittadini soltanto 4 morti e poche centinaia di contagiati. Questo perché, tra gennaio e febbraio, le autorità avevano fatto ben rispettare ai cittadini le norme sulla quarantena.
Fatto sta che agli inizi di marzo si è pensato che si sarebbe potuto, gradualmente, tornare a una vita normale. E così è stato: la macchina produttiva di Hong Kong si è rimessa in moto e ha richiamato i suoi lavoratori negli uffici, nei negozi, nei ristoranti, con tutte le implicazioni annesse e connesse (compreso il super affollamento dei mezzi pubblici).
È successo così quello che i cittadini non avrebbero mai voluto sentirsi dire, e che però gli studiosi avevano ipotizzato come probabile: la registrazione di una nuova ondata di contagi che ha reso necessaria una seconda quarantena.
La seconda quarantena di Hong Kong, ecco le nuove misure restrittive imposte dalle autorità. Il contagio arriva da fuori
I nuovi contagi da Coronavirus che Hong Kong ha fatto registrare la scorsa settimana– nonostante sia già stata superata una prima quarantena- ha costretto la regione amministrativa speciale cinese a imporre un secondo stop.
Come spiega Il Post, al fine settimana che ci siamo appena lasciati alle spalle sono in vigore delle nuove restrizioni per i cittadini: non si va a lavorare, i parchi pubblici sono stati chiusi, sono stati vietati gli assembramenti in pubblico (ammessi gruppi fino a quattro persone), bar e ristoranti aperti purché si rispetti la distanza di sicurezza (vengono ammessi la metà dei clienti rispetto al totale dei degli effettivi coperti e ogni tavolo ospiterà solo quattro persone), è stata imposta la chiusura dell’aeroporto per gli stranieri (sembra che la nuova ondata di contagi arrivi da fuori) e a chiunque dei residenti sia appena rientrato è stato imposto di osservare una quarantena di 14 giorni.
La seconda quarantena di Hong Kong, il secondo picco arriverà anche in Europa. La Cina potrebbe viverlo a fine aprile
Ora, gli specialisti sono abbastanza certi che lo scenario che si sta configurando a Hong Kong sarà molto preso anche quello di Europa e Usa, dove (passata la prima ondata di contagi) si tenderà ad allentare le misure restrittive.
A quanti periodo di restrizione dovremo sottoporci prima che l’emergenza possa dirsi davvero superata? Non lo sappiamo, ma sicuramente non sarà uno e non saranno due. Ce lo spiega molto chiaramente Gabriel Leung, il Rettore dell’Università di Medicina di Hong Kong e epidemiologo. Leung ha spiegato la situazione ai microfoni di Atlantic:
“ (…) La strategia dei periodici allentamenti e reintroduzioni delle misure restrittive è la più discussa tra gli esperti e i governi mondiali. C’è bisogno di queste misure a vari gradi di intensità finché si verifica una di due cose: l’immunità di gregge o una disponibilità sufficientemente estesa di un vaccino somministrato almeno a metà della popolazione, per raggiungere lo stesso risultato. Sono gli unici due esiti possibili”.
L’Imperial College di Londra ha spiegato la stessa cosa in uno studio in cui si legge che bisognerà reintrodurre misure restrittive ogni volta che i contagi saranno tornati a salire, e per un periodo di tempo che coinvolge i prossimi due anni.
Si guarda, naturalmente, anche alla Cina. Apparentemente, il Paese adesso è fuori dall’emergenza e sta allentando le misure di contenimento. Secondo l’epidemiologo Ben Cowling (Università di Hong Kong) il secondo picco potrebbe arrivare a fine aprile.
Maria Mento