Coronavirus, il mistero del giornalista scomparso per due mesi: “Sono stato arrestato”

Per due mesi non si sono più avute sue notizie, poi il giornalista Li Zehua è riapparso e ha raccontato di essere stato arrestato e di essere stato sottoposto a quarantena forzata. Era stato a Wuhan  

Li Zehua, giornalista che era stato a Wuhan per raccontare come si stava vivendo la pandemia là dove tutto è partito, non ha più dato sue notizie per circa due mesi. La sua ultima apparizione online è avvenuta in concomitanza con la pubblicazione di alcuni video girati proprio a Wuhan, nell’ambito della sua inchiesta. Poi più nulla.

Ora il giornalista è tornato e ha fatto sapere che cosa gli sarebbe accaduto in quei 60 giorni circa di black out: sarebbe stato arrestato dalla Polizia e messo in quarantena con la forza. Ce ne parla un resoconto del Daily Star.

La storia del giornalista Li Zehua, l’uomo era scomparso a Wuhan a febbraio

Il giornalista cinese Li Zehua, di cui non si sono avute notizie per circa due mesi, è tornato e ha raccontato che cosa gli è accaduto in questo lasso di tempo. Il professionista era stato inviato a Wuhan per documentare cosa stava accadendo nella città messa in ginocchio dal Coronavirus.

Risale al 17 febbraio scorso la pubblicazione di un video in cui il giornalista affermava che un comitato di quartiere aveva cercato di tenere nascoste alcune informazioni relative ai contagi verificatisi nella loro comunità. Qualche giorno dopo l’ultimo video prima della sua scomparsa: l’uomo affermava di essere inseguito da alcuni uomini della sicurezza.

La storia del giornalista Li Zehua, il racconto del professionista: “Sono stato in quarantena”

Cos’è successo dopo? Tramite un video pubblicato su YouTube, Weibo e Twitter, Li Zehua ha raccontato di essere stato portato in una stazione della Polizia locale. Qui gli hanno comunicato di essere indagato e gli è stata fatta un’offerta: non sarebbe stato accusato ma si sarebbe dovuto mettere in quarantena.

Quindi, Li Zehua è rimasto a Wuhan per tutto il mese successivo e poi ha continuato la quarantena nella sua città natale, che si trova in una provincia cinese diversa. Durante il suo soggiorno a Wuhan veniva nutrito con tre pasti al giorno e gli era permesso di guardare la televisione di Stato di sera. È stato rilasciato il 28 marzo scorso.

Per tutto il tempo, la Polizia ha agito in modo civile e legale, assicurandosi che avessi riposo e cibo. A loro importava davvero di me. Possa Dio benedire la Cina e il popolo del mondo tutte“, ha dichiarato l’uomo. L’articolo del Daily Star fa per notare la diversità esistente  tra queste parole e quelle che l’uomo pronunciava nei suoi precedenti video.

Radio Free Asia, al momento della sua scomparsa, aveva ipotizzato che Li fosse stato presa di mira dalla Poliza segreta dopo aver visitato l’Istituto di Virologia di Wuhan.

Maria Mento