Il netto cambio di rotta dello Spiegel sull’Italia: “Dolce vita? Sciocchezze”. E spinge per gli eurobond per superare la crisi

Il cambio di rotta dello Spiegel adesso appare netto.

Queste sono due emblematiche copertine del principale settimanale tedesco – che quando ha potuto ha lanciato frecciate contro l’Italia (non risparmiandosi i più gretti streotipi).

Adesso, complice la pandemia, la rivista fondata nel 1947 ha deciso di mostrare benevolenza nei confronti del Bel Paese.

Prima un editoriale del direttore Steffen Klusmann (che il 9 aprile si era esposto a favore degli eurobond) quindi un paio di giorni fa quello dell’editorialista Thomas Fricke (intitolato ‘La fatale distorsione tedesca dell’Italia’).

Un editoriale fortemente autocritico e di inaspettata lode all’Italia.

Si parte con l’invida tedesca: “Forse è una conseguenza di tanti film sulla mafia. Forse è semplicemente l’invidia per il fatto che l’Italia abbia un tempo migliore, un cibo migliore, più sole e più mare. Qualcosa comunque deve spiegare questo assillo nel puntare sul fatto che i tedeschi sarebbero più oculati, più seri e più affidabili fronte dell’inadeguatezza dell’Italia”.

Per poi spiegare come i tedeschi non siano poi così impeccabili: “Tutta questa spocchia tedesca non è di adesso, ma adesso è particolarmente tragica. Perché? Perché questa giaculatoria tedesca ha così poco a che fare con la realtà, più o meno come i crauti con le abitudini alimentari di Wanneeickel, o come la lodata puntualità tedesca ha a che fare con la velocità di costruzione del nostro delizioso aeroporto nella capitale (il Berlin Brandenburg Airport che verrà aperto – chissà con quanto passeggeri – ad ottobre dopo anni di ritardi. Interessante leggere cosa ne scrivono a New York, ndr)”.

Quindi, sull’economia: “Il vero dramma dell’euro risiede nel cliché erroneo dell’Italia spendacciona. Questo non ha nulla ha che fare con la realtà e sta per disintegrare l’Europa.. Se non si calcolano i pagamenti degli interessi, dal 1992 i governi italiani hanno avuto eccedenze di bilancio anno dopo anno”.

E chi è che ha speso è la Germania, non certo l’Italia: “Dolce vita? Sciocchezze. Dal 2000 gli investimenti pubblici italiani sono calati del 40%, un collasso regolato per legge. Nell’istruzione si è investito quasi un decimo. Una follia. Le spese pubbliche ristagnano dal 2006. In Germania sono aumentate quasi del 20%”.

E’ quindi necessario rivedere le politiche di rigore, se non si vuole che l’Europa (che tanto benessere ha garantito alla Germania) imploda: “E’ giunto il tempo di smetterla con insegnamenti errati, e di contribuire alla riparazione del disastro, caro Herr Schäuble (presidente del parlamento e ministro delle finanze per quasi un decennio, ndr). Forse per salvare l’Europa innanzitutto ci sarebbe bisogno in Germania di nuovi esperti. Non siamo al circo ma di fronte a una crisi che leva il fiato, per quanto è seria. Gli eurobond sono il simbolo di un destino comune. Destino che noi condividiamo comunque, avendo una valuta comune. Altrimenti in un paio di anni l’Unione europea non sarà più tale. E Francia e Italia avranno al potere persone come Trump e Johnson, che non hanno voglia di giocare assieme: il gioco sul quale la Germania costruisce da decenni il suo benessere”.

Che stia per spirare un nuovo vento in Europa, magari favorevole all’Italia?