Antonio Pappalardo è il volto-simbolo della protesta di piazza che qualche giorno fa ha portato i Gilet arancioni a manifestare. Ora ha lanciato un ultimatum al Governo, chiedendo le dimissioni entro tre giorni
Tre giorni di tempo all’esecutivo che guida l’Italia per dimettersi. E se non ci saranno le dimissioni volontarie del Governo, saranno i Gilet arancioni a trovare il modo di mandarlo a casa. Queste le parole di Antonio Pappalardo, il volto-simbolo del gruppo che il 30 maggio è sceso in piazza- a Milano– per manifestare contro le misure prese per debellare il Coronavirus e contro l’attuale maggioranza. Il prossimo appuntamento con la piazza? Domani, martedì 2 giugno 2020, a Roma.
Antonio Pappalardo lancia l’ultimatum al Governo: “Tre giorni di tempo per dimettervi”
“Avrete tre giorni per dimettervi. Il 2 giugno saremo a Roma e, se non ve ne andate voi, troveremo noi il modo di mandarvi via”.
Così ha parlato Antonio Pappalardo, ex generale dell’Arma dei Carabinieri in congedo dal 2006 ed ex parlamentare, rivolgendosi a Giuseppe Conte (Presidente del Consiglio dei Ministri), ad Attilio Fontana (Presidente Regione Lombardia) e a Giuseppe Sala (Sindaco di Milano). L’ex militare, noto non solo per le sue proteste di piazza ma anche per alcuni procedimenti giudiziari portati acanti a suo carico, guida la protesta dei Gilet arancioni. Da qualche giorno i manifestanti hanno iniziato a scendere in piazza, cominciando da Milano. E, ovviamente, si manifesta contro il Governo e contro la gestione dell’emergenza connessa alla pandemia.
Pappalardo ha fatto sapere che il suo gruppo sarà a Roma per la manifestazione che si svolgerà nella capitale proprio in occasione della Festa della Repubblica.
Antonio Pappalardo lancia l’ultimatum al Governo: “Le Forze dell’Ordine sono con noi”
I Gilet arancioni sono arrivati a scendere in piazza in circa una trentina di città italiane. Non solo a Milano, quindi, ma- ad esempio- anche a Roma, Napoli e Trento. La manifestazione di Milano ha fatto molto discutere, soprattutto perché i presenti non portavano la mascherina o la tenevano abbassata (in Lombardia, vista la gravità dell’emergenza che ha colpito la regione, è obbligatorio indossarla anche se ci si trova all’aperto) e non hanno mantenuto alcuna distanza di sicurezza. Le fotografie che sono state scattate alla piazza sono rimbalzate sul web e hanno fatto indignare chi per mesi ha rispettato le restrizioni per evitare di contagiare se stesso e gli altri.
Ma Antonio Pappalardo, come ci fanno intuire le sue parole, non teme provvedimenti di tipo giudiziario:
“Le forze dell’ordine sono con noi . A Milano ci guardavano con rispetto e per questo non sono intervenute. Ci siamo abbracciati dopo tre mesi, basta con queste mascherine. Il sindaco di Milano mi denuncia perché non le indossavamo? Bene, noi li denunciamo per reati ben più gravi”.
I Gilet arancioni chiedono la fine del Governo Conte bis e la nascita di un esecutivo eletto dal popolo, nonché l’introduzione di una nuova moneta che si chiamerebbe nuova lira italica.
Maria Mento