Si continua a discutere delle scelte di alcuni paesi di limitare il flusso dei turisti italiani dal momento della riapertura delle frontiere.
La Grecia, per esempio, ha deciso di fare test (fino al primo luglio) a chi proviene da Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna, Veneto – costringendoli frattanto alla quarantena.
Una scelta che ha fatto indignare il presidente della regione Veneto e che sta facendo muovere il ministro degli Esteri Luigi Di Maio.
Il titolare della Farnesina ha dichiarato al Corriere della Sera: “Crediamo nella collaborazione ma anche nella reciprocità. È lo spirito che porterò nei miei viaggi in Germania, Slovenia e Grecia. L’Italia si è distinta per la trasparenza e i nostri dati sono molto confortanti. Non vogliamo sollevare polemiche, ma se qualcuno pensa di chiuderci la porta in faccia solo per i propri interessi, allora risponderemo. Davanti ai personalismi la porta la chiuderemo anche noi. Ma c’è un dialogo costruttivo da parte di molti Stati. Con il collega tedesco Mass i rapporti sono ottimi, il 5 andrò a Berlino per discutere di Libia e flussi turistici. Di fronte alle nostre preoccupazioni su presunti corridoi sulla base di accordi bilaterali, la Germania ci ha rassicurato”.
E sulla Grecia nello specifico: “Sentirò oggi stesso il mio omologo. Inoltre il 9 sarò ad Atene per mostrare, dati alla mano, la situazione reale in tutte le nostre regioni”.
E circa le riaperture a partire dal tre giugno: “Comprendo le preoccupazioni di chi amministra i territori, ma le scelte del governo sono dettate da un confronto con il comitato scientifico”.
E quindi conclude, sul tema delle riaperture regionali: “Credo che il punto sia un altro e riguardi il criterio di omogeneità delle misure adottate tra Regioni. Se ognuno assume scelte individuali risulta difficile comunicare all’estero il reale stato di salute del Paese. In questo momento serve unità”.