In quarantena da 102 giorni a causa del Coronavirus: l’incubo di un uomo in una casa di riposo

uomo in quarantenaUn uomo si trova confinato nella camera di una casa di riposo da 102 giorni a causa della positività al Coronavirus. Potrebbe dovervi rimanere ancora per un mese

Confinato in una stanza di una casa di riposo da 102 giorni. Ha dell’assurdo quanto sta accadendo ad un uomo, ex impiegato in pensione che vive in una stanza arredata ubicata al quarto piano della casa di riposo De Pagave di Novara e che, dopo essere risultato positivo al coronavirus lo scorso 10 aprile, non ha più potuto mettere piede fuori da quella camera. Quel giorno ha avuto inizio un vero e proprio incubo per l’uomo che, come riportato da La Stampa, ha rivelato di non vedere nessuno da oltre tre mesi poichè i test continuano a dare esito positivo e per questo non è possibile fare altro che prolungare la sua quarantena. “Sono 102 giorni – ha detto – che non esco e non vedo nessuno, mangio sul letto e la mia unica compagnia è la televisione. La direttrice sanitaria ha detto che continueremo così per quattro mesi e io ho pianto, non ce la faccio più”.

Il racconto dell’uomo in Quarantena

Pur essendo autosufficiente, a causa di una malattia non ha più potuto vivere da solo e per questo si trova nella casa di riposo dalla quale però usciva regolarmente per fare piccole commissioni, dall’edicola alla spesa. All’inizio non è stato facile ma come da lui raccontato nell’arco di pochi mesi ha trovato le sue abitudini; fino al 23 febbraio, quando le visite dei familiari e amici sono state bloccate a causa dell’epidemia di coronavirus. Ma purtroppo il Covid era già entrato nella struttura:  “Sono morti 44 di noi e alcuni li conoscevo bene, è stato un grande dolore vedere sparire così tante persone”. L’uomo ha avuto solo un raffreddore guarito rapidamente ma dal tampone è arrivata la conferma: contagio da coronavirus. “Mi hanno detto che dovevo stare chiuso nella mia stanza e così ho fatto. Poi però, una settimana dopo, mi hanno fatto scendere al primo piano dove hanno riunito tutti noi positivi, malati e asintomatici insieme – ha raccontato l’uomo – Da allora mangio sul letto, divido la stanza con una persona che purtroppo sta male e deve essere cambiata anche di notte, non riesco a fare la doccia perché qui non è attrezzata come nella mia camera. C’è solo la tv che mi sono portato da sopra. Mi rendo conto che è difficile organizzare una situazione così complicata dalla malattia ma questo totale isolamento è stressante. Vorrei tornare nella mia camera, lì sono solo, ho le mie cose e resterei più isolato però sarei nel mio mondo”.