E’ stato un terribile incidente che ha causato la morte di quattro persone.
E’ avvenuto intorno alle 14 del 5 giugno, sull’autostrada A1 in prossimità dell’uscita Arezzo.
A morire due adulti e due bambini.
Feriti nello schianto sette persone, tra cui altri due minorenni.
L’incidente ha coinvolto tre auto e un autoarticolato e, come raccontato dai soccorritori, ha portato la A1 ad apparire come uno scenario di guerra:
“Lo scenario si è presentato devastante: abbiamo notato subito più corpi inanimati riversi a terra, fuori dai mezzi accartocciati; tra queste persone, solo una risulterà viva, ma al momento non si muoveva; si sentivano lamenti e grida di richiesta d’aiuto; qualcuno ferito si aggirava disorientato; uno dei coinvolti, illeso, andava qua e là, come incredulo; viaggiatori di passaggio erano scesi dalle auto per dare una mano”.
Coeme aggiunto dal più giovane dell’equipaggio dell’ambulanza: “E’ stato come vivere un incubo, sembrava di stare in un film dell’orrore trattenere le emozioni e restare con i nervi saldi è stato difficile, ma abbiamo fatto tutto il possibile”.
Dal canto suo, il più navigato: “In tanti anni d’esperienza non m’ero mai trovato in una situazione del genere, né credo d’averla mai neanche immaginata”.
Mentre vengono diramate le immagini che precedono di poco lo schianto, parla l’uomo che ha causato il terribile incidente
“Non riuscivo a tenere gli occhi aperti” – “ero molto stanco”: queste le parole rilasciate alla Polstrada di Arezzo da Emil Ciurar, l’uomo che ha causato l’incidente che ha provocato la morte di due sue figlie e dei propri genitori, oltre al ferimento di sette persone tra cui la moglie e altri due figli.
L’uomo – 30 anni – ha raccontato di essere al volante da molte ore: una sola sosta dalla Romania a Napoli, dove si stava recando per lavorare come stagionale.
L’uomo è adesso in stato d’arresto, accusato di omicidio stradale.
Queste le parole del suo legale, Giuseppe Martina, riportate dall’Ansa: “E’ disperato chiede di continuo quali siano le condizioni della moglie e della bimba e di poter uscire per andare ai funerali “.