Massimo D’Alema: “L’occidente è vittima dell’anarchismo individualistico. Viviamo in un mondo molto più plurale e multilaterale”

“Fondazione Leonardo” ha intervistato Massimo D’Alema sul tema in riferimento alla Cina e al suo ruolo nel nuovo ordine mondiale.

Massimo D’Alema ha da poco pubblicato un libro, edito da Donzelli, dal titolo: “Grande è la confusione sotto il cielo”. Il libro tratta di una lunga e intensa riflessione sul ruolo che la Cina potrà ricoprire in futuro nel nuovo ordine mondiale.

“Fondazione Leonardo” ha intervistato D’Alema. Molti sono stati gli spunti interessanti emersi. Queste le parole dell’ex Presidente del Consiglio: “L’idea che si è fatta strada dopo la caduta del muro di Berlino, cioè che tutto il mondo dovesse tendere verso un unico modello, un’unica organizzazione dell’economia e della società, è entrata in crisi. Quel modello ha avuto un grandissimo momento di espansione che è coinciso con l’indiscussa leadership americana dell’amministrazione Clinton, ma nel corso degli ultimi anni ha perso il suo appeal”.

D’Alema ha continuato: “Le primavere arabe, per esempio, nate sull’onda di riformismo dell’amministrazione Obama, alla fine non hanno prodotto alcuna democrazia in Medio Oriente ma anzi una vasta destabilizzazione di quell’area. E il motivo è che evidentemente quel modello occidentale non poteva essere esportato in quella parte di mondo”.

Massimo D’Alema: “Occidente vittima dell’anarchismo individuale. Modello occidentale difficile da esportare in Oriente”

“Penso che questa sia la crisi dell’ordine mondiale: ovvero soprattutto la crisi della capacità dell’occidente di regolare le relazioni internazionali, di prevenire e di risolvere gli eventuali conflitti. Contemporaneamente a questa difficoltà dell’occidente è cresciuto il peso di altri protagonisti, sul piano militare e geo politico quello della Russia e sul piano economico quello della Cina. Viviamo in un mondo molto più plurale e multilaterale”, ha continuato l’ex Presidente del Consiglio.

E sulla pandemia che ha messo in ginocchio l’intero pianeta: “Stiamo parlando di una crisi senza vincitori ma è chiaro che ci sono alcuni Paesi che sono relativamente meno perdenti di altri. E non c’è dubbio che la Cina sia tra questi. Anche dal punto di vista economico, la Cina avrà certo un rallentamento di crescita ma non vivrà il crollo del Pil dell’Europa e degli Stati Uniti d’America. Bisogna rilevare che i Paesi che hanno una migliore organizzazione sociale e una maggiore capacità di gestione delle crisi sociali complesse, sono quelli che hanno affrontato meglio la crisi da Coronavirus. Penso alla Germania, oltre che alla Cina”.

E infine: “L’occidente è vittima dell’anarchismo individualistico, l’oriente no: non solo la Cina ma anche altri paesi asiatici hanno governato meglio di altri questa sfida. Il problema è che gli americani tendono a leggere la Cina come una variante asiatica del comunismo sovietico: questo non è vero. La Cina è una realtà molto più complessa e non è un caso che la Cina da 4000 anni sia uno stato unitario, con un grande impero e una straordinaria cultura”.