Lunga intervista all’Huffington Post rilasciata da Luca Ricolfi, sociologo e Professore di Analisi dei Dati all’Università di Torino.
Una intervista che fa riflettere e, in qualche modo, inquietare.
Secondo il professor Ricolfi, infatti, le curve dei contagi starebbero riprendendo a crescere: “I segnali delle ultime due settimane non sono per niente rassicuranti. Se guardiamo quel che succede a livello nazionale, possiamo anche non accorgerci di quel che sta accadendo, perché il dato nazionale è una media, in cui le curve epidemiche dei vari territori si mescolano e giocano a rimpiattino fra loro, nascondendo quel che succede nei territori critici. Ma se si scende al livello più basso consentito dai dati della protezione Civile, ossia a livello provinciale, si riesce a vedere quel che a livello nazionale si intravede appena, e cioè che sono una quindicina le province in cui la curva epidemica, anziché continuare a scendere, ha invertito la sua corsa e ha iniziato a risalire”.
Le province in questione sono per lo più in Lombardia (“e fra esse c’è Milano”) ma ci sono anche province di “altre regioni del Nord o del Centro: Alessandria, Vercelli, Bologna, Arezzo, Rieti, Roma, Macerata”.
Inoltre ce ne sono altre 7 “in cui i segnali di ripresa dell’epidemia ci sono ma sono meno nitidi”.
Ripresa contagi, per Ricolfi il problema è il turismo
Il problema, secondo il professor Ricolfi, è il turismo e – più in assoluto – l’industria del divertimento:
“Il turismo, o meglio la pretesa della politica di proteggere il turismo a qualsiasi prezzo, ci è costato prima (nelle 2 settimane a cavallo fra febbraio e marzo) un imperdonabile ritardo nelle chiusure, a partire dalla tragica vicenda di Nembro e Alzano. E rischia di costarci ora una ripartenza dell’epidemia, perché nessuno vuole vedere che il famigerato parametro Rt (che dovrebbe stare sotto 1) potrà pure essere ancora sotto 1 a livello nazionale, ma quasi certamente è tornato sopra a 1 in molti territori”
“Inutile girarci intorno: il rilancio del turismo e dell’economia del divertimento (ristorazione, calcio, sale giochi, eccetera) è incompatibile con un discorso di verità sull’andamento dell’epidemia. E la politica ha scelto: in questo momento meglio annacquare la verità, se no la macchina dei consumi non riparte, e la società signorile di massa implode”.
Ricolfi su Conte: “Difficile essere nella testa del premier”
Il professor Ricolfi (cliccando qui potete leggere l’intervista integrale – che offre diversi altri spunti) non s’è quindi risparmiato una frecciata al premier Conte: “Difficile essere nella testa del premier. Una persona che, dopo aver commesso errori tragici, dalle mancate o tardive chiusure fino alla scellerata lotta contro i tamponi, ha la faccia tosta di dire “rifarei tutto”, sfugge alla mia personale capacità di comprensione e immedesimazione nella mente altrui. Quindi sul premier le rispondo: non ne ho la minima idea, può persino darsi che creda sinceramente di aver fatto bene. La psicologia e le scienze umane insegnano che le vie dell’autoinganno e della falsa coscienza sono infinite”.