Italia-Germania 4-3 la partita del secolo? Non per Perrotta: “E’ quella del 2006”

Simone Perrotta
Simone Perrotta con la Coppa del Mondo vinta dall’Italia nel 2006 in Germania

Italia-Germania 4-3 è la partita del secolo, ma non per Simone Perrotta

Italia-Germania terminata con il rocambolesco risultato di 4-3 è risultata la partita di calcio del secolo. La sfida giocata nel mondiale in Messico nel 1970 però secondo un ex azzurro non è la partita principe da ricordare.

Simone Perrotta, ex centrocampista della Roma e della nazionale azzurra che trionfò nel mondiale del 2006, ha indicato proprio la semifinale contro i tedeschi di quell’anno il match della storia.

La Roma e l’Italia per una carriera d’oro

E’ stato uno dei centrocampisti offensivi più sorprendenti del panorama calcistico italiano. Stiamo parlando di Simone Perrotta, reso famoso nei suoi inserimenti grazie alla genialità di mister Luciano Spalletti quando lo volle ad ogni costo alla Roma. Dopo essere esploso nel calcio che conta con il Chievo dei miracoli, il giocatore si trova dirottato nel pianeta giallorosso, dove ottiene grandi risultati.

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I tifosi della Roma ne fanno uno dei migliori giocatori del nuovo millennio e Perrotta ringrazia con giocate sopraffine che gli regalano anche la Nazionale. Proprio sotto gli ordini di Marcello Lippi, il mediano si regala la vittoria un po’ a sorpresa nel Mondiale del 2006 in Germania.

Perrotta su Italia-Germania 4-3: “La partita del secolo è un’altra…”

Intervenuto ai microfoni di Rai Radio 2 nella trasmissione ‘I Lunatici’ condotta da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, Perrotta è stato chiaro. Non ci ha girando troppo intorno, indicando che Italia-Germania 4-3 del 1970 non sarebbe stata a suo parere la partita del secolo.

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Secondo Perrotta la partita regina è un’altra, ma sempre un Italia-Germania: “La partita del secolo? Sicuramente non è Italia-Germania del 1970, ma a mio parere è quella del campionato mondiale del 2006 quando vincemmo 2-0 ai tempi supplementari. Pensavamo di essere una buona squadra, ma non pensavamo di vincere quel mondiale…”

Riccardo Aprosio