Arrivano le linee guida per il rientro a settembre, mondo-scuola in rivolta: “Pronti ad occupare”

Arriva la prima bozza del Piano scuola, le linee guida che disciplineranno il rientro nelle aule a settembre. Sul piede di guerra sindacati, insegnanti, dirigenti e operatori: oggi manifestazioni in 60 piazze d’Italia

Arriva finalmente dopo mesi di attesa la prima bozza del Piano scuola, ovvero il documento programmatico di rientro nelle aule a partire da settembre che sarà presentato nella conferenza unificata. Alle scuole viene lasciato un largo margine di autonomia decisionale, mentre le Regioni avranno il compito di ridefinire solo alcuni dettagli, aspetto contro il quale si è schierato Bonaccini, sostenitore della stesura unificata delle linee in accordo con le Regioni.

Le linee guida flessibili per il rientro a settembre

Il documento, inviato dal ministro Azzolina alle parti sociali, non è stato ancora approvato ha già suscitato fortissime polemiche da tutte le parti coinvolte. Da alcune prime indiscrezioni, i punti salienti saranno:

  • Frequenza a turni differenziati
  • Organizzazione della classe in più gruppi di studio, formati anche da alunni di diverse classi ed età
  • Solo per le scuole superiori, modalità mista in presenza e didattica digitale integrata (DAD, ovvero didattica a distanza)
  • Lezioni da 40 minuti anziché 60 
  • Aggregazione delle discipline per aree didattiche affini 
  • Estensione delle lezioni anche il sabato (previa delibera degli organi collegiali)
  • Favorire, da parte degli enti locali, la messa a disposizione di strutture come parchi, biblioteche, teatri, cinema ecc. per svolgere ulteriori attività didattiche
  • Avvio il 1° settembre delle attività di recupero per gli alunni promossi con le insufficienze
  • Data ipotetica riavvio lezioni: 14 settembre, previo accordo con le Regioni
  • Nelle scuole dell’infanzia i bambini non avranno l’obbligo di mascherine per non spaventarli: gli educatori dovranno indossare una visiera in plexiglas in modo tale che il loro viso sia visibile ai bambini. Sempre alle materne gli ingressi saranno scaglionati fra le 7.30 e le 9. 
  • Aggiunta la disciplina dell’educazione civica: dall’anno scolastico 20/21 l’insegnamento, fino ad ora trasversale con altre materie, sarà obbligatorio in tutti i gradi di istruzione
  • Distanziamento di un metro, due in palestra, e mascherine obbligatorie dai 6 anni in su, oltre all’obbligo di rimanere a casa qualora la temperatura corporea superi i 37.5 gradi.

In sintesi, l’attività didattica a distanza resterà in modo parziale solo per gli studenti delle scuole superiori. Confermate le mense, ma resta aperta la questione inerente la loro organizzazione. Nel testo, inoltre, non si fa riferimento a strutture in plexiglas e divisori fra gli alunni. Importantissima l’autonomia da parte dei presidi nella gestione dei propri istituti, che avranno il compito di decidere come pianificare il lavoro annuale e il rientro. Non è previsto un aumento del numero del personale docente: si fa riferimento ad un miliardo di euro da destinare al personale, ma con particolare riferimento al personale ATA. La decisione finale spetta dunque alle scuole, che nella loro autonomia decideranno la modalità con la quale applicare le linee guida del Miur, definite proprio per tale ragione “flessibili”. Un autonomia che, a detta di molti, andrà ad aumentare ulteriormente le disparità già presente fra tantissime scuole.

Il mondo-scuola in rivolta: oggi protesta in 60 piazze italiane

Tutto il mondo-scuola è in rivolta: presidi, insegnanti, studenti, operatori e sindacati, tutti uniti contro le linee guida che, ancor prima di essere approvate, stanno scatenando un mare di polemiche, al punto che oggi, in ben 60 piazze italiane, è stata organizzata una manifestazione che, inizialmente partita come movimento di richiesta di un rientro in sicurezza nelle scuole, sfocerà in un grido di protesta unanime nei confronti della bozza delle linee guida. Le contestazioni arrivano da ogni angolo del mondo-scuola: dalla Gilda degli insegnanti, rappresentata nella persona di Rino Di Meglio, dagli studenti che minacciano di occupare le scuole da settembre, come dichiarato da Federico Allegretti della Rete dei medi, ed ovviamente da parte dei sindacati (le proteste maggiori sono giunte da FLC-CGIL scuola- CISL scuola) fino ad arrivare all’Associazione Nazionale Presidi, che fra tutte le categorie è quella più ostile nei confronti del nuovo piano scuola: “Abbiamo aspettato mesi per sentirci dire che ognuno dovrà arrangiarsi. Se ce l’avessero comunicato per tempo, avremmo cominciato a organizzarci. Invece settembre è dietro l’angolo e la maggior parte degli istituti non può affrontare la situazione poiché mancano aule e docenti” ha affermato Alessandro Artini dell’Associazione.

In sospeso anche la questione degli alunni disabili, attualmente 280mila: in tutta Italia hanno da poco terminato il loro percorso di specializzazione tantissimi specializzati in TFA sostegno, che andrebbero stabilizzati subito invece di attendere invano tutta la trafila dei concorsi, considerando che, in questo momento più che mai, creare stabilità per gli alunni con esigenze speciali dovrebbe essere la priorità assoluta.