“Guarda… cos’è?” e poi il dramma: le ultime parole dei piloti prima della strage di Ustica

Strage di Ustica
I resti dell’aereo dopo la strage di Ustica

Una frase e poi il dramma: prima della strage di Ustica le ultime parole dei piloti

Era il 27 giugno 1980, quando alle 20.59 avvenne uno degli incidenti aerei più catastrofici italiani. Un volo di linea IH870 partito da Bologna Borgo Panigale e diretto a Palermo Punta Riasi,  finì per inabissarsi nella acque del Mar Tirreno.

In quella strage morirono 81 persone, che comprendevamo membri dell’equipaggio e passeggeri. Un incidente aereo ancor’oggi avvolto nel mistero, soprattutto con cui l’areo si inabissò.

Strage di Ustica: le ultime parole dei piloti

In un documentario ben fornito, RaiNews24 ha realizzato un’inchiesta dettagliata su cosa successe quella maledetta sera di fine giugno. Una strage che ha visto durante le proprie indagine molti depistaggi e qualcosa di misterioso che forse non si è mai scoperto o che non si vuole scoprire.

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Proprio RaiNews24 ha ripercorso il tratto dell’aereo fino all’impatto in mare, riuscendo a trovare le ultime parole dei piloti nella cabina di pilotaggio. “Guarda… cos’è?” avrebbero detto uno dei due piloti poco prima dell’impatto fatale. Ma a cosa si riferiva?

Tanti i misteri legati alla strage di Ustica

In questi lunghi 40 anni tante sono state le teorie su quello che poteva essere successo all’aereo dell’Itavia. Tra le mille ipotesi anche una che aveva del clamoroso, come la supposizione che il volo sia stato fatto abbattere dalla Francia. Ma non solo, visto che sempre secondo i dialoghi dei due piloti in quel momento ci sarebbero stati degli aerei americani militari in esercitazione.

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Proprio le ultime parole indicate da uno dei due piloti possono portare ad una conclusione imprevista e che il velivolo possa davvero essere stato abbattuto. Si parlava anche di una bomba fatta esplodere all’interno del bagno dell’aereo, un’ipotesi però subito scartata.

Una verità quella della strage di Ustica che al momento sembra davvero non venire a galla, nonostante siano passati 40 anni da quel terribile impatto.