Coronavirus, Crisanti: “La malattia viaggia in fretta e l’Italia rischia nuove chiusure”

Il microbiologo Andrea Crisanti mette in guardia gli italiani rispetto ai nuovi focolai, ritenuti prevedibili: “La malattia circola”

Il sentore che potessero crearsi dei nuovi focolai c’era, e c’è ancora il rischio che alcune zone debbano andare incontro ad una nuova chiusura. Il Professor Andrea Crisanti, che dirige la microbiologia presso l’Università di Padova mette in guardia sulla pericolosità del virus, ribadendo nuovamente che l’Italia non è ancora effettivamente riuscita a sconfiggere il coronavirus, il quale ritornando come un boomerang potrebbe causare più danni del previsto.

Agli italiani messaggi contraddittori dalla politica

Il Professor Crisanti, in un’intervista rilasciata a Michele Bocci de La repubblica, non si dice sorpreso di quanto sta accadendo nel nostro Paese: solo ieri ci sono stati 300 casi, e il rischio che si creassero nuovi focolai era stato abbondantemente previsto dalla comunità scientifica. Per il microbiologo la tranquillità che stanno man mano acquisendo gli italiani è causa dei messaggi contraddittori provenienti dalla politica, che in questo caso non ha dato il buon esempio: “Prima si dice che siamo in pericolo, poi che bisogna sbrigarsi a riaprire tutto perché l’economia è la cosa più importante. Qui in Veneto un giorno si chiede di far ripartire le discoteche e quello dopo si invita a stare attenti. La gente ha bisogno di verità”.

Alto il rischio di un ritorno del virus ad ottobre

L’epidemia non è assolutamente finita, e a dimostrarlo ci sono i dati, come ad esempio quelli che provengono da Bologna e Mondragone, oramai due focolai importanti oltre a quello campano, che preoccupa non poco il governatore De Luca che si è detto pronto a richiudere nuovamente la città e intenzionato ad effettuare almeno 3-4 mila tamponi. Nel Lazio superato il dato Rt, ovvero l’indice di replicazione della malattia, a causa del focolaio al San Raffaele (il limite dell’indice deve attestarsi ad 1). Tre le regioni a rischio di superare l’Rt: Emilia-Romagna, Toscana e Lombardia: quest’ultima ha un dato dell’Rt oramai invariato da settimane. Secondo il microbiologo Crisanti dobbiamo aspettarci, con quasi assoluta certezza, che ad ottobre il rischio aumenti” Le persone staranno più al chiuso, le temperature saranno più basse, e l’umidità più alta. Poi c’è l’effetto confondente con altre malattie da raffreddamento. Per questo bisogna incoraggiare tutti a fare la vaccinazione anti influenzale”  ha detto Crisanti, che rispetto al rischio di casi non rilevati come all’inizio dell’epidemia aggiunge – “Secondo i nostri studi su Vo’, il 21 febbraio circa il 5% della popolazione aveva il virus o lo aveva già avuto. I dati non saranno gli stessi in futuro ma il rischio di casi sotto traccia c’è sempre. Per questo a ottobre potremmo trovarci di fronte a focolai da zona rossa“.

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