“Non volevo squilibrare la squadra facendo cambi dalla partita perché avevamo il match in totale controllo. Quando poi stavo per far entrare Sanchez e Borja, loro hanno trovato il gol del pareggio e abbiamo dovuto fare altro, ma fino a quel momento stavamo dominando. Comunque queste sono cose che non capitano alle grandi squadre, noi non lo siamo e dobbiamo migliorare per diventarlo. E giusto che tutti siano in discussione, me compreso, per dimostrare di poter appartenere a questo progetto, altrimenti è giusto prendere anche altre decisioni. Adesso dobbiamo tornare in campo con una ferita bella aperta perché almeno per quanto mi riguarda, questo tipo di sconfitte mi lasciano amarezza e delusione, mi lasciano grande dolore. Io vorrei che i miei calciatori provassero l’1% di quello che sto provando adesso io”.
Queste sono le parole di Antonio Conte nel dopo partita del match giocato dall’Inter contro il Bologna che ha visto i nerazzurri farsi rimontare dai felsinei in inferiorità numerica: una sconfitta che taglia definitivamente fuori la squadra allenata dal tecnico salentino dalla corsa allo scudetto (ammettendo che gli 8 punti di distacco non fossero già troppi).
Sono parole che lanciano un grosso allarme giacché – per la prima volta dall’inizio della stagione – Conte sembra aver perso la fiducia nei propri giocatori, parlando apertamente della possibilità di essere “messi in discussione”.
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Quando Marcello Lippi dichiarò: “Calci nel culo a tutti”
Ascoltate le parole di Antonio Conte, il pensiero sarà andato a quelle di un altro ex allenatore della Juventus che all’Inter non fece esattamente benissimo (pur avendo vinto tutto in bianconero) – parliamo di Marcello Lippi.
Alla prima giornata della stagione 2000/01 l’Inter fu sconfitta per 2-1 dalla Reggina, al Granillo.
Nell’immediato post partita, il tecnico di Viareggio dichiarò alla stampa: “Fossi il presidente, manderei via subito l’allenatore. Poi prenderei i giocatori, li attaccherei al muro e darei calci nel culo a tutti. Perché non esiste giocare in questa maniera”.
Moratti non se lo fece dire due volte e cacciò l’ex allenatore della Juventus.
Al netto del giocare stavolta in casa e nel 2000 in trasferta, c’è una grossa differenza tra le due sconfitte: nel caso del match contro i calabresi la Beneamata fu surclassata dagli avversari, mentre ieri fino all’errore di Lautaro Martinez dal dischetto è stata nettamente superiore all’avversario.
Un buon auspicio per Antonio Conte, in vista del finale di stagione (ricordiamo come ci sia ancora il sogno Europa League)?