Pandemia di Coronavirus, report dell’UN: “Altamente prevedibile, ce ne saranno delle altre”

In un recente report delle Nazioni Unite si sottolinea come la pandemia di Coronavirus fosse facilmente prevedibile e che potrebbero essercene altre.

La pandemia di Coronavirus ha letteralmente cambiato il mondo, mostrando a tutte le persone quanto sia facile che un’infezione virale possa diventare pandemica nel giro di pochi mesi al giorno d’oggi. In realtà sulla velocità di diffusione del virus ancora oggi ci sono parecchi dubbi, visto che alcuni studi sembrano dimostrare che questo girava prima di quando è divenuto manifesto attraverso la letale sintomatologia che abbiamo imparato a conoscere.

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L’ipotesi principale attualmente punta su un salto di specie del Covid-19 dagli animali agli esseri umani. Si ritiene, visto che il Paese da cui è partita è la Cina, che tale salto di specie sia avvenuto nei wet market di Wuhan, luoghi in cui gli animali vengono tenuti in cattività, uccisi e cucinati. Originariamente il Covid-19 era presente in maniera innocua nei pipistrelli ed è possibile che i folidoti, animali che vengono venduti e uccisi in quei mercati della carne, abbiano avuto il ruolo di tramite tra i volatili e l’uomo.

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Coronavirus, secondo un report delle Nazioni Unite era facilmente prevedibile

Quale che sia il punto d’origine e il periodo in cui il pericoloso virus ha compiuto il salto, stando ad un recente report dell’UN la pandemia era facilmente prevedibile. Secondo quanto riportato dal ‘Daily Star‘, la professoressa Delia Randolph, autrice del report, ha infatti dichiarato: “Questa era una pandemia altamente prevedibile. Mentre il resto del mondo è rimasto sorpreso dal Covid-19, noi che lavoriamo sulle malattie animali non lo siamo stati”.

L’esperta spiega che sin dal 1930 la maggior parte delle malattie virali derivano dal salto di specie da animale a uomo, un esempio noto a tutti è quello dell’ebola. Il trend in questi anni non è cambiato e simili rischi potrebbero ripresentarsi in futuro se non verranno prese delle serie decisioni. Nel report, infatti, vengono suggerite delle azioni da intraprendere per prevenire e evitare in futuro simili conseguenze.

Il fatto che il virus riesca a compiere il salto di specie, infatti, non è casuale, ma è legato a doppio filo all’azione dell’uomo. A spiegarlo è la stessa Randolph: “La scienza in questo è chiara, se continuiamo a sfruttare la natura e distruggere il nostro ecosistema, dobbiamo aspettarci di vedere una costante diffusione di queste malattie derivanti dagli animali nei prossimi anni”.