Daniele Logli, il figlio di Antonio accusato di aver ucciso nel 2012 sua moglie Roberta Ragusa, respinge le accuse di plagio: “Ogni volta che ho parlato a difesa di mio padre, l’ho fatto di mia spontanea volontà”.
Il mistero sulla scomparsa di Roberta Ragusa nel 2012 non accenna a placarsi. Suo marito, Antonio Logli, è stato condannato a 20 anni di carcere, essendo stato accusato dell’omicidio della moglie e della rimozione del suo cadavere. Secondo la procura, l’uomo avrebbe agito così in seguito alla scoperta della moglie della sua relazione amorosa con l’amica di famiglia, Sara Calzolaio. Antonio Logli ha sempre negato di aver ucciso sua moglie, sostenendo come sia stata lei a scappare di casa autonomamente.
Prima della sentenza i figli Daniele e Alessia hanno presentato al giudice una memoria difensiva sull’innocenza del padre. C’è chi sostiene che i due ragazzi fossero stati plagiati dall’uomo. Nessuno ha mai risposto a tali accuse fino a oggi. Infatti, ora Daniele Logli ha deciso di smentire il tutto attraverso una lettera pubblicata dal settimanale “Giallo”.
Daniele Logli respinge le accuse di plagio: “Ogni volta che ho parlato a difesa di mio padre, l’ho fatto di mia spontanea volontà”
Queste le parole del figlio Daniele: “Fin dal primo momento in cui ho parlato in pubblico sono stato accusato di essere stato plagiato e, a fatica, ho sempre sopportato mordendomi la lingua. Nelle ultime settimane la situazione è precipitata e non riesco più a sopportare il silenzio. Ogni volta che ho parlato a difesa di mio padre, l’ho fatto di mia spontanea volontà perché sono, e sono sempre stato, convinto della sua innocenza”.
La lettera continua così: “Chi mi accusa, oltretutto senza nemmeno conoscermi, sta mettendo in discussione il bene che ho sempre voluto a mia madre e di questo si dovrebbe vergognare. Mi auguro che certe persone facciano, per il loro stesso bene, ciò che io sono riuscito a fare a soli 15 anni: usare la testa prima di parlare”.