Nel suo ultimo scritto e in una recente intervista Michael Shellenberger, ambientalista da decenni, spiega perché l’allarmismo non serve, scopriamo qualcosa in più su di lui.
Lo scorso anno è stato caratterizzato dall’ascesa della figura di Greta Thunberg, una giovane ambientalista svedese che ha puntato sulla sensibilizzazione di giovani e governi sul problema del cambiamento climatico. Le preoccupazioni della ragazza sono basate sui risultati di centinaia di studi che negli ultimi 30 anni hanno mostrato i danni causati dall’inquinamento ambientale. Il surriscaldamento globale e il cambiamento climatico sono dunque due fenomeni indiscutibili, ma non tutti hanno una visione così allarmista sulle future conseguenze.
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Uno di questi è Michael Shellenberger, ambientalista che nel 2008 è stato premiato con il ‘Green Book‘ e con il ‘Hero of the Enviroment’. Lo studioso ha passato l’intera vita a studiare gli effetti del surriscaldamento globale e dell’inquinamento causato dall’uomo. Di recente ha ammesso di aver tenuto per sé la sua opinione sui reali rischi per l’ambiente di questi fenomeni: “Fino allo scorso anno, ho evitato di parlare contro l’allarmismo climatico perché mi sentivo in colpa per aver contribuito a fomentarlo, ma soprattutto perché avevo paura di perdere amici e finanziamenti”.
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Michael Shellenberger: il cambiamento climatico non è così dannoso?
Delle parole di Shellenberger ha scritto anche il ‘The Guardian‘, cercando di fare capire il suo punto di vista senza estremizzazioni o strumentalizzazioni. Lo studioso ha in effetti detto che il cambiamento climatico è un fenomeno reale, ma che per il momento non comporta il rischio di un’estinzione del genere umano. Il suo intento, dunque, non era quello di negare gli effetti negativi, ma di proporli su una prospettiva differente e sottolineare che ci sono altri problemi ambientali che spesso vengono ignorati.
Sul quotidiano, infatti, viene raccolta l’opinione dell’ambientalista australiano Ben Heard, il quale dice: “Michael sta condividendo un gran numero di importanti verità, ma potrebbero non essere state espresse in modo completo e questo è un problema. Se l’intento è quello di porre maggiore attenzione su altri danni (sull’ambiente), allora è giusto ed importante, ma questo non dev’essere fatto a discapito della riduzione delle emissioni. Sono convinto che Michael la pensi così pure”.