Danimarca, Austria, Paesi Bassi e Svezia vengono definiti “Paesi frugali”: scopriamo il perché di questa definizione ed in cosa consiste.
L’Unione Europea ha aperto alla creazione di un Recovery Fund che permetta ai Paesi maggiormente colpiti dalla pandemia di Coronavirus di riportare l’economia ai livelli precedenti all’emergenza sanitaria. L’aiuto economico, accogliendo le richieste di Italia, Spagna e Francia (per citare i principali richiedenti), sarebbe suddiviso in una cifra a fondo perduto ed un’altra consistente in un prestito.
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Proprio la concessione di una somma a fondo perduto è ciò a cui si oppongono i quattro Paesi “frugali”, ovvero Svezia, Danimarca, Paesi Bassi e Austria. Secondo questi, infatti, non sarebbe corretto concedere un finanziamento a fondo perduto, bensì la somma necessaria alla ricostruzione dovrebbe essere concessa solo in qualità di prestito. Addirittura la Svezia pretende che vengano applicate rigide modalità di rimborso.
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Cosa significa il termine “frugale”?
Per quanto riguarda il termine in sé, come è giusto ogni qual volta si parli di parole, ci rifacciamo a quello che leggiamo sul vocabolario e vi riportiamo la prima definizione leggibile sul sito della Treccani:
Parco, sobrio, detto di persona moderata e semplice nel mangiare e nel bere, e del vitto stesso.
Perché Paesi “frugali”?
Con il termine “frugali” nel contesto politico internazionale attuale s’intende quei paesi che hanno un’interpretazione del bilancio europeo rigido, ancorato dunque agli accordi precedenti alla pandemia. Per i quattro Paesi rigoristi, infatti, è impensabile che si possa spostare la percentuale di debito per il bilancio pluriennale all’1,074% come proposto al Consiglio Europeo da Charles Michel. Insomma s’intendono quelle nazioni che hanno una visione rigida dell’Europa e che ritengono che il governo centrale debba rimanere “parco” in termini di concessioni economiche.
Tali Paesi sono quelli che hanno un’economia più florida rispetto agli altri membri dell’Unione Europea e sono anche quelli che hanno subito danni minori in termini economici e umanitari a causa della pandemia.
Sono frattanto i paesi che (fa notare Mattia Feltri sul suo Huffington Post) a differenza dell’Italia “non hanno uno stile di vita ingiustificato dai tempi e dai conti. Un esempio. Per andare in pensione in Italia servono mediamente 31,8 anni di lavoro, in Austria (primo frugale) ne servono 37,5, in Danimarca (secondo frugale) 39,9, in Olanda (terzo frugale) 40,5, in Svezia (quarto frugale) 41,9”.
(Articolo pubblicato il 16 giugno da F.S., editato e ripubblicato da R.D.V. il 19 luglio)