La diffusione della pandemia di coronavirus ha portato ad un aumento dei posti in terapia intensiva praticamente in tutte le Regioni.
Il Covid-19, nei mesi di marzo e aprile, ha provocato moltissimi ricoveri in ospedale, e tanti anche nelle cosiddette Rianimazioni, tanto da far temere un sovraccarico del sistema sanitario.
Per questo, le Regioni italiane hanno dovuto far fronte alla minaccia coronavirus andando ad aumentare i posti letto in terapia intensiva. Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna sono state le Regioni più colpite dal Covid-19 e anche quelle che hanno introdotto più aumenti durante la fase emergenziale: basti pensare che nella regione presieduta da Attilio Fontana si è avuto un imponente +79% di posti letto.
Stando a quanto riportato nell’ultimo Instant Report Covid-19 dell’Alta scuola di economia e management dei sistemi sanitari (Altems) dell’Università Cattolica, anche Regioni come Campania e Liguria, dove i posti letto in Rianimazione erano piuttosto bassi, sono intervenute per aumentare la dotazione in maniera significativa.
In Liguria resteranno solo 87 dei 244 posti letto “emergenziali”
I piani di programmazione regionale approvati in risposta al Decreto Rilancio (Dl 34/2020) prevedono che questa tendenza all’aumento dei posti letto in terapia intensiva prosegua anche nel prossimo futuro. I dati riportano che avremo aumenti soprattutto al Sud, con un +52% in Sardegna e un +51% in Calabria.
Tuttavia, in alcune Regioni dove si è avuto un alto numero di contagiati, i posti letto in terapia intensiva sono destinati a diminuire rispetto alla fase emergenziale. Addirittura in Liguria verranno mantenuti solo 87 dei 244 posti attivati durante l’emergenza. Notevole anche il decremento del Piemonte (-61%), meno marcati quelli di Toscana (-22%), Trentino-Alto Adige (-16%), Emilia-Romagna (-15%), Marche (-13%) e Lombardia (-11%).