Questa è la strana storia di un articolo pubblicato e poi ritirato sulla rivista scientifica “JOURNAL OF BIOLOGICAL REGULATORS AND HOMEOSTATIC AGENTS”. L’editore, dopo essere stato sommerso di richieste di spiegazione da parte di altri scienziati, ha ritirato la pubblicazione
Il 16 Luglio, la rivista JOURNAL OF BIOLOGICAL REGULATORS AND HOMEOSTATIC AGENTS pubblicava come editoriale nella sua versione online l’articolo dal titolo “5G Technology and induction of Coronavirus in skin cells”
La pubblicazione, a firma di un gruppo di autori tra cui alcuni italiani, è stata immediatamente ripresa da numerosi siti in tutto il mondo ed ha alimentato il dibattito in ambienti culturali contrari a quella che viene definita la “cultura mainstream”, salvo poi venire ritirata velocemente dall’editore e cancellata dal giornale
Cosa afferma l’articolo?
La pubblicazione sostiene di dimostrare, mediante un modello matematico, che le onde 5G siano la causa della nascita stessa del virus responsabile del Covid-19. Gli autori propongono una complicata serie di calcoli, non supportata da nessun esperimento, il cui risultato determina (nelle loro considerazioni) è una elevata probabilità che il DNA delle cellule, sottoposto all’influenza di onde elettromagnetiche di lunghezza molto breve come quelle del 5G, possano modificarsi e dare origine a DNA virale.
Come si ottiene una pubblicazione scientifica
Appena apparsa, la pubblicazione ha destato molto scalpore tra la comunità scientifica. Gli scienziati sono infatti il primo pubblico di riferimento delle pubblicazioni, e sono loro stessi a valutare se un articolo è degno di essere pubblicato oppure meno. Le riviste scientifiche, infatti, adottano solitamente il sistema della “Peer review”, la revisione tra pari: un autore che voglia pubblicare i risultati della propria ricerca invia il manoscritto alla rivista e questa lo gira (in forma anonima) a uno o più ricercatori affermati (di solito 3) che ne valutano il rigore delle metodologie utilizzate. Se i revisori ritengono che la ricerca sia stata condotta con metodi scientificamente validi, l’articolo viene pubblicato.
Nel caso specifico, la revisione sembra non essere stata fatta. L’articolo infatti appare come editoriale e gli editoriali non sono generalmente sottoposti a peer review. La cosa appare strana, in considerazione del fatto che l’autore principale dell’articolo (un medico italiano facente capo all’Università telematica G. Marconi) non figuri nel board editoriale della rivista.
Le richieste di spiegazioni e il ritiro della pubblicazione
La comunità scientifica ha reagito con sorpresa alla lettura di questo lavoro e in più d’uno scienziato si è rivolto all’editore per chiedere chiarimenti, sottolineando come l’articolo non rispondesse in alcun modo ai requisiti ai quali normalmente pubblicazioni del genere devono rispondere. Tra questi vi è Elia Marin , Assistant professor al Kyoto Institute of Technology. L’editore ha risposto a questi ed altri scienziati scusandosi per la superficialità con cui l’articolo era stato pubblicato e affermando che la rivista aveva deciso di ritirarlo. L’editore sottolinea come, in seguito alle segnalazioni, abbia deciso di sottoporre a peer review il lavoro e come questo fosse stato clamorosamente bocciato dai revisori
Il danno è fatto!!
Purtroppo, però, il danno è fatto. Il lavoro, pur essendo stato smentito, è già stato diffuso da numerosi siti ed alimenta il clima di sospetto nei confronti del sistema scientifico che purtroppo caratterizza la nostra epoca. Il rischio è che questo possa divenire l’erede del famoso studio pubblicato nel 1998 sulla prestigiosa rivista The Lancet da Andrew Wakefield, che correlava i vaccini all’insorgere del disturbo autistico. Sebbene il lavoro fosse stato poi in seguito riconosciuto come falso e l’autore radiato dall’ordine dei medici e nonostante molti studi successi abbiano dimostrato l’infondatezza delle conclusioni, ancora oggi il mondo no-vax utilizza quello che di fatto è solo carta straccia come il vessillo a cui dedicare la propria pericolosa battaglia.