Dal più ottimista al peggiore, ecco i 4 possibili scenari autunnali ipotizzati dal ministero della Salute e dall’Istituto Superiore di Sanità
Il ministero della Salute, in collaborazione con l‘Istituto Superiore di Sanità, ha dato vita a un documento, inviato alle regioni, denominato “Elementi di preparazione e risposta a Covid-19 nella stagione autunno-invernale”. Sono 4 i possibili scenari autunnali e invernali che potrebbero verificarsi in base all’andamento della diffusione e l’indice di contagio. Un piano anti-covid necessario dopo l’aumento dei contagi avvenuto nell’ultimo mese, complice il turismo dall’estero e la movida, che hanno messo in allarme molti territori. Dal migliore al peggiore, ecco le 4 ipotesi avanzate dalla task force ministeriale.
1° scenario: trasmissione localizzata (focolai)
Nella migliore delle previsioni nel documento si parla di “situazione di trasmissione localizzata (focolai) sostanzialmente invariata rispetto ad oggi“. Secondo questa ipotesi, indubbiamente la più ottimista, lo scenario autunnale proseguirà con focolai localizzati e contagi pari ai numeri attuali. Stando a questa previsione, gli Rt regionali sopra la soglia durerebbero massimo per un mese, quindi per un periodo di tempo limitato, e le scuole avrebbero uno scarso impatto di trasmissibilità. In una situazione di questo tipo il Sistema Sanitario Nazionale sarà in grado, così come lo è ora, di reggere l’emergenza.
2° scenario: trasmissibilità sostenuta e diffusa, ma gestibile
Il secondo scenario previsto è una situazione di trasmissibilità sostenuta e diffusa ma gestibile dal sistema sanitario. I valori Rt regionali dovrebbero essere compresi fra Rt=1 e Rt=1.25. Questo tipo di scenario potrebbe verificarsi qualora non si fosse in grado di tracciare tutti i nuovi focolai e tenerli sotto controllo totalmente, compresi quelli scolastici. Limitata tuttavia la trasmissione di SARS-COV-2 grazie alle misure di contenimento straordinarie.
3° scenario: trasmissibilità sostenuta e diffusa con rischi di tenuta del sistema sanitario
Il terzo scenario ipotizza una situazione di trasmissibilità sostenuta e diffusa, ma con rischi di tenuta del sistema sanitario. In questo caso i valori di Rt a livello regionale sarebbero compresi fra Rt=1.25 e Rt=1.5. Modesto il contenimento del potenziale di diffusione del virus,che andrebbe a creare una serie di conseguenze inevitabili: mancata possibilità di tenere traccia di tutte le possibili catene di diffusione, aumento del numero dei casi e della gravità clinica ed elevata incidenza. Un aumento, questo, che andrebbe a gravare in modo significativo sul sistema sanitario, comportando inevitabilmente anche l’aumento dei tassi di occupazione dei posti letto in ospedale.
4° scenario: situazione di trasmissibilità non controllata con criticità nella tenuta del sistema sanitario
L’ultimo ma non per ordine di gravità, è lo scenario che si manifesterebbe come situazione di trasmissibilità non controllata con criticità nella tenuta del sistema sanitario. Secondo questa ipotesi, la peggiore, i valori Rt regionali sarebbero maggiori di 1.5 per almeno più di un mese. Come si legge nel documento ministeriale, “uno scenario di questo tipo potrebbe portare rapidamente a una numerosità di casi elevata e chiari segnali di sovraccarico dei servizi assistenziali, senza la possibilità di tracciare l’origine dei nuovi casi“.
Ad ogni possibile scenario il documento avanza delle possibili risposte adeguate per ciascuno, con indicazioni per le regioni e tutta la rete ospedaliera. Il piano sanitario prevede anche una ‘checklist’ per le regioni, “per valutare il livello di preparazione dei sistemi sanitari nelle Regioni/PPAA al fine di poter fronteggiare in modo ottimale un eventuale aumento nel numero di nuove infezioni”.
Fra le incognite di quello che potrebbe accadere in autunno, la principale è l’andamento del virus a fine estate e la sua capacità di diffusione, a cui si aggiunge la trasmissibilità nelle scuole e l’accettazione e il rispetto delle misure preventive.
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