Bimba di un anno ritrovata col cranio fracassato: accusato il padre pilota ma il processo è controverso

E’ una vicenda drammatica ma quantomeno controversa dal punto di vista giudiziario quella che vede coinvolto un pilota di aerei britannico, accusato di aver ucciso la propria figlia fracassandole il cranio ai termini di una lite con la moglie in Kazakistan.

Il pilota accusato dell'omicidio della figlia

Secondo l’accusa, al termine di una estenuante serata in hotel a base di alcol, il 41enne Mohamed Barakat avrebbe picchiato la moglie 22enne, prima di accanirsi contro la figlia della coppia – di un solo anno.

La piccola sarebbe stata sbattuta contro le pareti e le porte della sua suite dell’hotel a 5 stelle dove si trovavano, trovando così una atroce morte.

Il team legale dell’uomo – dal canto suo – respinge tutte le accuse e chiede il corpo della piccola venga riesumato per dimostrare la sua innocenza.

Dal canto suo la moglie Madina Abdullayeva sostiene il marito e dice che la morte della loro unica figlia è stata un “incidente”.

Il team legale dell’uomo sottolinea frattanto diverse violazioni nel procedimento penale ai suoi danni.

Il pilota ha dichiarato, in video collegamento dal luogo dove è detenuto: “Vorrei che il pubblico ministero mi spiegasse su quali basi e per quali ragioni sono state avanzate contro di me tutte queste accuse, che non sono state indicate nel corso delle indagini”.

L’uomo ha quindi aggiunto: “Sono in un paese straniero. Sono un cittadino britannico e non parlo russo. Mi trovo in un ambiente di lingua russa. Non ci sono persone in giro che mi possono spiegare qualcosa o che parlano inglese”.

Il pilota durante il processo

E così i documenti fornitigli circa il processo erano tutti senza traduzioni e prima dell’inizio del processo non è stato informato dei suoi diritti.

Adesso Mohamed rischia fino a 20 anni di carcere se condannato per omicidio.

Ma l’avvocato della moglie ha dal canto suo dichiarato: “Non sono d’accordo con l’indagine. Secondo me, si è trattato di un incidente”.

A supporto, ulteriori indagini forensi avrebbero mostrato come effettivamente la piccola non sia morta a causa di un attacco del marito.

Secondo l’accusa, invece Barakat avrebbe ripetutamente preso a pugni la moglie sulla testa prima che fuggisse nel corridoio per chiedere aiuto (in realtà, la donna chiede aiuto per soccorrere la figlia). Sofia si sarebbe svegliata a causa della lite dei genitori e il pilota avrebbe rivolto la sua furia contro la piccola.

Come scrive l’accusa: “Si è avvicinata alla culla della bambina, ha preso sua figlia Sofia tra le mani e ha sbattuto con forza la sua testa contro le pareti e le porte della camera d’albergo. Dopo essersi assicurato che non mostrasse segni di vita, l’ha messa sul pavimento vicino alla porta d’ingresso della camera d’albergo”.

La linea dei precedenti avvocati difensori dell’uomo aveva proposto la versione che l’uomo fosse caduto accidentalmente sulla figlia.

Ma l’attuale avvocato del pilota sostiene che il processo sia da rifare.

Ci sono state infatti ben 34 “gravi violazioni del diritto processuale penale durante le indagini”: errori nel controllo della presunta scena del crimine, errori nell’esame del corpo della bambina ed errori forensi.

Inoltre, doveva esserci un “esame psicologico e psichiatrico forense completo” sia sul pilota che sulla moglie, una testimone nel caso.

“Il caso deve essere restituito al pubblico ministero per eliminare tutte queste violazioni”, conclude.