Coronavirus, Bassetti contro la “strategia del terrore” ma a favore della quarantena: “Tampone negativo non è liberi tutti”

Bassetti e coronavirus

Intervento ironico del direttore della clinica di malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, Matteo Bassetti, già intervenuto più volte in merito alla pandemia nell’arco dei mesi.

Un intervento volto a criticare, con una battuta (il dottor Bassetti parla di “virus fornaio”), la scelta del governo di rendere obbligatorio l’uso della mascherina – ma solo dalle 18 alle 6.

Bassetti è recentemente  intervenuto anche durante Agorà Estate, parlando della necessità di quarantena per chi torna da zone particolarmente a rischio – a testimonianza del fatto che parliamo di un medico tutt’altro che “negazionista”.

Queste le sue parole: “Bisogna continuare a investire sulla quarantena più che sul tampone. Chi arriva da zone particolarmente endemiche, deve fare la quarantena. Il tampone negativo non è liberi tutti l’unico modo per essere sicuri è che il viaggiatore al rientro faccia la quarantena”.

Bassetti ha quindi proseguito: “I numeri ci dicono che uno dei problemi più grossi che abbiamo avuto è il fatto che dal 20 al 30% di tutti i nuovi contagi riguardano persone provenienti dall’estero”.

Per poi dichiarare, in merito all’approdo in Italia di persone provenienti da zone particolarmente a rischio:

Il ministro Speranza ha annunciato giustamente un mese e mezzo fa che sarebbero stati fatti controlli sulle persone provenienti da alcune aree, ma a me risulta che le cosiddette ‘triangolazioni’ da Paesi ad alto rischio come Perù e Brasile non siano mai state intercettate. E lo stesso è avvenuto per la cosiddetta ‘rotta balcanica’, con i molti lavoratori regolari provenienti da Romania, Bulgaria, Serbia, Croazia”.