Abortisce dopo gli abusi sessuali dello zio, bambina di 10 anni viene aggredita dagli anti abortisti

La bambina, di Sao Mateus, rimasta incinta dopo essere stata presumibilmente violentata da suo zio, è stata introdotta di nascosto in ospedale per effettuare l’aborto

E’ stato necessario contattare la polizia militare per proteggere la bimba di 10 anni da un gruppo di manifestanti religiosi che, infuriati, tentavano di impedirle di abortire in un’ospedale in Brasile. Oltre al danno, la beffa: la piccola, infatti, era rimasta incinta dopo essere stata abusata sessualmente da suo zio, un uomo di 33 anni, attualmente in fuga dopo l’accusa di stupro mossa a suo carico.

Secondo il quotidiano nazionale G1, la ragazzina è stata scoperta incinta dopo essersi presentata in ospedale lamentando dolori addominali: ed è lì che la vittima ha detto ai medici che suo zio la violentava dall’età di 6 anni, e che non lo aveva mai denunciato perché l’ha minacciata ripetutamente.

 

E’ stata aggredita da un gruppo di anti abortisti

Come se non fosse già doloroso di per sé affrontare un trauma di tale portata, la ragazza è stata aggredita una volta arrivata in taxi presso in ospedale, lontanissimo da casa sua, da alcuni manifestanti religiosi di estrema destra.

Secondo quanto riferito dai media locali, alcuni manifestanti hanno persino tentato di entrare nell’ospedale di Pernambuco per cercare di impedire che la procedura andasse avanti. I manifestanti si sono recati in ospedale dopo che l’attivista di destra anti-aborto Sara Giromini ha pubblicato il nome della ragazza e l’ubicazione dell’ospedale in un video sui social media. La Giromini ha lavorato per il ministro per le donne, la famiglia e i diritti umani del presidente brasiliano Jair Bolsonaro, il pastore evangelico conservatore Damares Alves.

“È semplicemente incredibile che questo stia accadendo in Brasile, quella parte della popolazione crede davvero che l’aborto sia peggio dello stupro“, ha detto la signora Viana, che lavora con il gruppo per i diritti delle donne Curumim. Viana ha aggiunto che la ragazza voleva disperatamente tornare a giocare a calcio. “È molto forte, ma è solo una bambina… Avrà bisogno di supporto psicologico a lungo termine. Capisce tutto quello che sta passando“. 

L’ufficio del procuratore per l’infanzia e la gioventù di Sao Mateus sta indagando se gruppi religiosi abbiano cercato di fare pressioni sulla famiglia della ragazza per non portare a termine l’aborto, mentre le autorità stanno analizzando i clip audio inviati loro.

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