Referendum taglio parlamentari, Santori per il No: “È in gioco la qualità della nostra democrazia”

Santori

A volte ritornano.

E così è tornato (a parlare) il leader delle cosiddette Sardine, Mattia Santori.

Intervistato da La Repubblica in merito all’imminente referendum sul taglio dei parlamentari, Santori ha espresso il proprio pensiero al riguardo: “Questo referendum sul taglio dei parlamentari, associato all’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, porta a sistema oligarchico. È in gioco la qualità della nostra democrazia, per questo ci siamo schierati per il No“.

Una presa di posizione per il No che ha portato i militanti del Movimento 5 Stelle ad attaccare le Sardine:

“Noto però che gli unici che si sentono in dovere di attaccarci sono loro, in particolare la cerchia di Di Maio: è una battaglia per la democrazia o di una corrente all’interno dei 5 Stelle? Non è che l’ultimo atto del populismo che Di Maio ha portato avanti, ma questa riforma sarà un danno”.

Santori quindi ribadisce:

“La diminuzione del numero di parlamentari senza le garanzie che erano state promesse e senza aver messo mano alla legge elettorale è un errore. Non è vero che riduci i tempi della discussione, le commissioni rimangono le stesse. E poi così si mortifica la rappresentanza: arriveremmo a un eletto ogni 150mila abitanti e poi ci lamentiamo che la politica è distante”.

Smentendo una delle principali ragioni per cui votare Sì, eventuali risparmi:

“Il risparmio è irrisorio: 1,35 euro a cittadino. La democrazia non è un costo, è una spesa pubblica per permettere a chi non è rappresentato di esserlo”.

Nell’intervista a Santori c’è stato spazio anche per un momento di autocritica legato al fatto che il movimento delle Sardine ha perso forza, dopo la fragorosa irruzione nello scenario politico italiano alla vigilia delle regionali emiliane:

Il vero errore è stato non aver mantenuto il controllo del movimento dopo il 26 gennaio, alla vittoria elettorale di Bonaccini in Emilia Romagna. Abbiamo dato spazio a gente che voleva cavalcare l’onda, usarci, non siamo riusciti a mettere dei paletti. Ora siamo ripartiti. Poi facciamo tanti sbagli, ma il diritto all’errore delle nuove generazioni va rivendicato. La politica è vecchia perché non si concede ai giovani di sbagliare”.