La startup milanese Straberry è finita sotto sequestro. Il fondatore Guglielmo Stagno d’Alcontres e altre sei persone sono ora indagate per sfruttamento dei braccianti nei campi. Si tratta del primo caso di caporalato nei pressi di Milano.
La Straberry di Cassina de’ Pecchi è un’innovativa azienda che coltiva frutti di bosco a 15 km da Milano. Essa è stata fondata da un 31enne bocconiano, Guglielmo Stagno d’Alcontres, e ha vinto anche l’Oscar Green di Coldiretti nel 2013 e 2014. Ma non tutto è oro ciò che luccica. Infatti, nelle ultime ore l’azienda è stata sequestrata dagli investigatori, con l’accusa di sfruttamento e insulti razzisti verso i braccianti. Tutto ora è stato affidato a un amministratore giudiziario.
Si tratta del primo caso di caporalato nei pressi di Milano. La Straberry è un’azienda a chilometro zero, ma ora la Procura di Milano ha indagato sette persone, per lo sfruttamento degli extracomunitari. Secondo le indagini, Guglielmo Stagno d’Alcontres faceva lavorare i braccianti con turni estenuanti, dando loro solamente 4,5 euro all’ora, senza alcun giorno di riposo.
La Straberry è stata sequestrata: indagate sette persone per sfruttamento dei braccianti
Queste la parole di Ibrahim, uno dei braccianti sfruttati dalla startup milanese: “Questo mese solo un giorno di pausa, sempre lavoro. Io sempre stanco, faccio il lavoro di dieci persone”.
Numerose sono state le intercettazioni telefoniche, che hanno rivelato la tremenda routine nascosta dietro la startup. Ecco un estratto di ciò che Guglielmo Stagno d’Alcontres raccontava vantandosi: “Questo deve essere l’atteggiamento, perché con loro devi lavorare in maniera tribale. Tu devi fare il maschio dominante, è quello il concetto, io con loro sono il maschio dominante. Sono più orgoglioso di avere inventato Straberry che avere questi metodi coercitivi, chiamiamoli così, nei loro confronti. Ma sono i metodi con i quali bisogna lavorare”.
Gli indagati nell’inchiesta condotta dal pm Gianfranco Gallo sono sette: i due amministratori, i due sorveglianti della manodopera, due dipendenti amministrativi che reclutavano i braccianti e un consulente che compilava le buste paga.