Durante la forzata “clausura” per l’emergenza sanitaria epidemiologica da Covid-19, gli italiani hanno riscoperto le sensazioni, le emozioni che possono nascere dalla lettura di un buon libro. Sarebbe interessante conoscere i dati ISTAT riguardo il numero di lettori nell’arco di questa lunga pandemia: gli ultimi dati ci dicono che nel 2018 è rimasto stabile – rispetto all’anno precedente – il numero di lettori di libri, ossia pari al 40,6%, di cui la percentuale più alta coincide con la fascia di età compresa tra i 15 ed i 17 anni con una percentuale pari al 54,8%, in aumento rispetto alle rilevazioni del 2016.
Per i cosiddetti “nativi digitali” – sono definiti così coloro che maneggiano la tecnologia digitale con la stessa facilità d’uso di un banale telecomando, essendo nati nell’era del web – si menziona un interessante iniziativa del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, ovvero la sigla di un protocollo d’intesa con la “Library of Congress” – ossia la biblioteca nazionale statunitense, istituita nell’aprile 1800 e contenente ben 158 milioni di documenti – per la gestione della “World Digital Library”, la biblioteca digitale multilingue, consultabile al seguente indirizzo internet: www.wdl.org
Creata sotto il patrocinio dell’UNESCO, la WDL – rendendo disponibili gratuitamente manoscritti, lettere, carte geografiche, stampe, giornali, libri rari, documenti, filmati, registrazioni sonore, manifesti ed illustrazioni – si prefigge come obiettivi la promozione del dialogo interculturale a livello internazionale attraverso la valorizzazione delle espressioni artistiche e folkloristiche mondiali, la libera diffusione di contenuti culturali sul web, il sostegno alla ricerca scientifica ed alla diffusione della conoscenza ed il supporto alle Nazioni nell’eliminare il digital divide ancora largamente presente, soprattutto nel nostro Paese – ne abbiamo avuto una dimostrazione, proprio durante il periodo di lockdown, in relazione alla didattica a distanza.
In rete con centinaia di istituzioni bibliotecarie sparse nel mondo (dalla citata Library of Congress alla Biblioteca di Alessandria, alle biblioteche nazionali di Brasile, Cina, Russia, Israele, Francia, Serbia, Svezia, Uganda, Iraq, Taiwan e molte altre), nel nostro Paese la WDL si avvale della collaborazione del MiBACT che, attraverso la “Direzione Generale Biblioteche e Istituti Culturali”, coordina l’intervento delle biblioteche statali – tra le prime ad aderire al progetto la Biblioteca Nazionale centrale di Firenze, la Biblioteca Universitaria di Napoli, la Biblioteca Universitaria di Padova, la Biblioteca Universitaria di Sassari, la Biblioteca Nazionale di Napoli e la Biblioteca Estense di Modena – per il tramite operativo dell’Istituto Centrale per il Catalogo Unico delle biblioteche italiane (ICCU).
Tra le azioni previste dal protocollo d’intesa vi è quella di incoraggiare la diffusione della cultura e storia italiana mediante la digitalizzazione – e la conseguente messa in rete – dell’ingente patrimonio storico culturale contenuto in biblioteche, archivi e musei italiani; sostenere gli sforzi dei paesi in via di sviluppo nel campo delle biblioteche digitali, in particolar modo per quanto riguarda il software, hardware e la formazione, per consentire alle biblioteche, agli archivi ed ai musei di questi paesi di contribuire con i propri contenuti culturali alla creazione di biblioteche digitali istituzionali; infine, incrementare l’utilizzo della WDL per fini di ricerca scientifica, sia in Italia sia negli USA che in paesi terzi, anche attraverso strumenti tecnologici alternativi – come ad esempio i telefoni cellulari – assecondando in tal modo una platea di utenti sempre più esigente. Da segnalare anche la nuova versione di “Internet Culturale” – consultabile al sito www.internetculturale.it – ovvero il portale di accesso ai cataloghi digitali delle istituzioni culturali pubbliche statali, che consente approfondimenti letterari, storici, scientifici e musicali.
In tempi di pandemia, tra un romanzo del Manzoni una novella di Boccaccio e, perché no, “Le Rime” di Dante, un numero sempre più alto di italiani – sprofondati tra i morbidi cuscini di una comoda poltrona – utilizza, infatti, la tecnologia digitale per accostarsi ai giganti della letteratura italiana, da Virgilio all’Ariosto a Pirandello, senza dimenticare il verismo del Verga ed i classici come il De Amicis e lo Svevo: l’ICT ha reso gli italiani meno solitari, accorciando le distanze con familiari ed amici e, al contempo… più acculturati.
Antonio Maria Ligresti