Continua a diffondersi il dibattito sul poliamore: ma cos’è e perché sta facendo così tanto discutere?
Poliamore sì, poliamore no: nell’opinione pubblica internazionale sta sempre più prendendo piede il dibattito su questo nuovo orientamento relazionale, che ammette la possibilità che una persona possa avere più relazioni sentimentali in contemporanea con il consenso di tutti i partner coinvolti.
Dal punto di vista legale, sono pochi i paesi che consentono i matrimoni riconosciuti fra uno o più partner. Fra questi vi sono i Paesi Bassi, che consentono l’unione civile tra più persone e che hanno celebrato la prima unione nazionale fra tre partner nel 2005.
Ma il dibattito non si ferma unicamente alla possibilità di riconoscimento da parte degli stati di tali unioni: la posta più alta in gioco riguarda la possibilità di concepire figli che abbiano il patrimonio genetico di più persone attraverso l’ausilio delle nuove tecnologie.
E’ possibile avere più di due genitori biologici?
Fra gli articoli pubblicati a riguardo, uno in particolare sta alimentando il dibattito pubblico circa la possibilità di fare figli con un patrimonio genetico multiplo: “The Poly-Parent Households are Coming” è il titolo del contributo pubblicato sul New York Times dalla giornalista Debora L. Spar.
Nell’articolo l’autrice paventa la possibilità che la nascita di bambini possa avvenire tramite un processo chiamato gametogenesi in vitro (IVG), includendo materiale genetico di più di due persone attraverso la creazione di gameti maschili e femminili a partire da cellule staminali.
Questa nuova bio-tecnologia del concepimento è stata sperimentata con successo nei topi, e l’obiettivo è quello di trasferirla e provarla sul genere umano. Fra gli aspetti più delicati della questione, al di là del dibattito scientifico in sè, ci sono i risvolti sociali possibili dell’impiego di tali tecnologie e come esse potrebbero impattare con la famiglia tradizionale. Una volta venuto meno il legame fra “bisogno procreativo” e le coppie formate da una mamma e da un papà, è la stessa autrice a prevedere l’ipotesi che la struttura familiare tradizionale possa definitivamente venir meno.
Un’ipotesi, questa, che fa inevitabilmente scuotere la testa ai sostenitori della famiglia tradizionale, che vedono nella legittimazione pubblica e istituzionale di tali scelte relazioni e di procreazione una minaccia per le fondamenta stessa della società.
Dall’altra parte del dibattito vi sono, in primis, le testimonianze dei figli cresciuti all’interno delle famiglie poliamorose. In un articolo pubblicato su Vice, è un ragazzo a raccontare l’esperienza vissuta in famiglia. Se da un lato – scrive – il clima in famiglia era ottimo e si sentiva amato, il problema si verificava a scuola o nelle circostanze pubbliche.
Tale testimonianza, tuttavia,è quella di un figlio cresciuto serenamente in una famiglia poliamorosa con dei genitori biologici in coppia. Ora spetta a sociologi, psicologi ed esperti del settore ipotizzare quali potrebbero essere le conseguenze sociali dell’intervento della tecnologia a favore di una procreazione a patrimonio genetico multiplo.
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