“Il caos continuerà”: la predizione dello scienziato che aveva annunciato la crisi del 2020

Peter Turchin, lo scienziato che grazie ad un modello di analisi aveva preannunciato il caos nel 2020 dice la sua sui prossimi anni.

Quest’anno è quanto di più vicino ad una previsione apocalittica abbiamo vissuto negli ultimi decenni. Molti dei fenomeni che si crescono da tempo hanno raggiunto un punto critico, basti pensare all’aumento costante di razzismo e violenza, sfociato negli Usa in veementi proteste contrastate dalla polizia con la forza. Si può anche pensare al cambiamento climatico, pericolo globale del quale si parla da anni e che in questo ultimo periodo si mostra con maggiore frequenza attraverso fenomeni atmosferici sempre più estremi (la grandinata agostana a Verona).

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A queste situazioni di instabilità sociale (l’emergere della destra estrema non è un problema solo negli Usa) e ambientale, ovviamente, si aggiunge la pandemia di Coronavirus che ha causato la morte di mezzo milione di persone nonché la crisi economica di gran parte del mondo. A quanto pare che il 2020 sarebbe stato un anno critico per il mondo e per la società americana era stato “predetto” nel 2012 dallo scienziato Peter Turchin.

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Lo scienziato che ha previsto il caos del 2020 avverte che la crisi non verrà superata presto

A testimoniare la bontà della sua previsione è il sito ‘Vice‘, lo stesso che nel 2012 gli aveva chiesto lumi sul futuro della società. Chiaramente, trattandosi di uno scienziato, la sua capacità di prevedere non è legata ad arti divinatorie o alla magia, bensì ad un modello di analisi della società. Attraverso un’analisi delle dinamiche sociali, economiche e politiche che influenzano sia lo status dei vari ceti della popolazione, sia i possibili conflitti intra élite.

A spiegarlo è lo stesso Peter Turchin in un’intervista concessa allo stesso ‘Vice’: “È una faccenda cumulativa. I processi strutturali che portano all’instabilità—come standard di vita che peggiorano, competizioni e conflitti intra-élite che aumentano—marciano nella direzione sbagliata dagli anni Ottanta, perciò nel 2010 io e i miei colleghi eravamo in grado di analizzare già 30 anni di questi fenomeni”.

Insomma nessuna capacità di prevedere il futuro, ma una buona analisi delle conseguenze di quelle che sono le dinamiche all’interno della società. Chiarito questo gli viene chiesto cosa succederà nei prossimi anni e se dopo questo anno bisesto davvero funesto, il 2021 potrà essere un anno di ripresa. Lo scienziato, però, risponde che per un miglioramento reale ci vorrà più tempo: “periodi turbolenti come questi continuano finché i processi strutturali che li creano non vengono invertiti. Finora, la storia ci ha insegnato che ci vogliono cinque, dieci o 15 anni perché ciò avvenga. Dunque, mi aspetto che la situazione di instabilità in cui siamo continui oltre il 2020”.