La Nasa e l’asteroide di 36 metri che “sfiorerà” la Terra martedì: è davvero allarme?

La Nasa ha confermato che l’asteroide 2020 PT4 passerà martedì in prossimità della terra: c’è un reale pericolo che colpisca il nostro pianeta?

Con la pandemia di Covid che fa un po’ meno paura, in questo periodo i predicatori della fine del mondo di professione sono tornati a guardare il cielo alla ricerca di corpi astrali potenzialmente letali. Un’occasione per rinverdire le profezie di armageddon giungono nelle prossime ore quanto l’asteroide 2020 PT4 giungerà in prossimità della terra. In effetti la Nasa ha confermato che il corpo celeste è uno di quelli che viene tenuto sotto controllo e che sarà sufficientemente vicino da poter essere studiato. Tuttavia non ci sono possibilità che PT4 colpisca la superficie terrestre.

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I calcoli effettuati dagli studiosi sulla traiettoria, infatti, escludono che l’asteroide passi ad una vicinanza tale da essere attratto dall’atmosfera del nostro pianeta. PT4 toccherà i 1,883,153 chilometri di distanza dalla Terra nel punto più vicino della sua traiettoria. Questo significa che sarà ad una distanza pari a 4,9 quella che esiste tra il nostro pianeta e la Luna.

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Nasa smentisce l’allarme asteroide

Insomma per chi si prefigurava la fine del mondo ancora una volta non ci sarà soddisfazione. Gli esperti hanno chiarito infatti che anche nel caso in cui il corpo celeste dovesse colpire la terra, il danno causato non sarebbe tale da portare a cambiamenti colossali. Trattandosi di un asteroide di 36 metri, infatti, parte della sua mole verrebbe distrutta dalla nostra atmosfera e la restante potrebbe causare una voragine, ma non danni alla struttura del pianeta.

Per chi desiderasse invece osservare il passaggio di PT4, deve fare attenzione. L’asteroide infatti viaggia ad una velocità di 12.46 chilometri al secondo e di 45,360 chilometri orari. Ci sarà dunque poco tempo per osservarlo e bisognerà essere ben attenti a non perdere l’attimo giusto. Per sapere qual è l’orario corretto per mettersi davanti al propri telescopio vi invitiamo dunque a seguire gli aggiornamenti della Nasa.