Il premier Giuseppe Conte ha rassicurato che l’inizio dell’anno scolastico rimarrà fissato per il 14 settembre, ma sette regioni hanno già posticipato.
Non sono stati del tutto risolti i dubbi e le problematiche riguardanti l’inizio dell’anno scolastico. Tuttavia dal governo assicurano che sono stati fatti investimenti sufficienti e tutti potranno tornare a scuola in assoluta sicurezza. Il premier Giuseppe Conte, nel corso della conferenza stampa sulla scuola tenuta a Palazzo Chigi, assicura che non ci sarà nessuno slittamento sulla data d’inizio delle lezioni: “L’anno scolastico partirà regolarmente dal 14 settembre, anche se alcune regioni hanno scelto di posticipare. Ci saranno nuove regole, ma il rientro sarà in piena sicurezza”.
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Il presidente del Consiglio sottolinea gli importanti investimenti fatti fino ad adesso per ampliare il corpo docenti e per assumere personale sufficiente a garantire il rispetto dei programmi scolastici. Quindi ricorda a tutti che sono stati stanziati ben 2 miliardi di euro per l’edilizia scolastica, in modo tale possano essere ampliati o ricavati spazi per assicurare le distanze di sicurezza tra i vari alunni.
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Riapertura scuole, nonostante le rassicurazioni di Conte sette regioni apriranno in ritardo
Se è vero che il governo ha strutturato la riapertura delle scuole e fornito fondi sufficienti per aggiungere personale e adeguare le strutture, è anche vero che in molte regioni le modifiche e le assunzioni sono in ritardo. La situazione è critica nel Lazio e nella città metropolitana di Roma, dove in molte scuole mancano docenti, insegnanti di sostegno e banchi. L’assessore Claudio Di Berardino ha lasciato facoltà di scelta alle singole scuole e ai singoli presidi.
In questa situazione di incertezza sono sempre maggiori le domande delle scuole per un posticipo dell’inizio. Ma la situazione è simile anche in altre regioni italiane. Già oggi sono sette le Regioni che hanno deciso di posticipare il ritorno a scuola: il Friuli aprirà mercoledì 16, mentre Campania, Basilicata, Abruzzo, Calabria, Sardegna e Puglia attenderanno il 24 settembre, ovvero due giorni dopo la fine della tornata elettorale.
Sull’argomento si è espresso anche il responsabile dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli, chiedendo al governo di risolvere i problemi di sicurezza prima della riapertura: “Tutto il personale scolastico è fortemente impegnato per la riapertura delle scuole, è evidente, però, che per riaprire in sicurezza è necessario che alcuni problemi vengano risolti”, tuona spiegando che mancano i banchi monoposto, i docenti e le aule. Quindi lo stesso aggiunge: “Se queste difficoltà non troveranno immediata soluzione, è oggettivamente difficile pensare che il termine del 14 settembre sia rispettato ovunque”.