L’adolescente è stata salvata dalla polizia ma rimane in condizioni critiche a causa delle brutalità subite
Una vicenda ai limiti dell’umano quella che ha vissuto Moesha Magotha, 18enne originaria di Port Elizabeth, una città in Sudafrica, salvata dalla polizia in una casa nel ghetto Kwanonqubela, appartenente alla città di Alessandria. Provvidenziale per la vita di Moesha la chiamata effettuata da un vicino che, udendo rumori sospetti, ha allertato immediatamente le forze dell’ordine.

L’aggressore le ha inciso un insulto col coltello sulla fronte
Moesha è stata vittima di terribili violenze: oltre alle 20 coltellate che le sono state inferte su spalle e arti, l’aggressore ha inciso sulla fronte della vittima con un coltello un insulto.
Alcuni giorni prima dell’aggressione Moesha aveva raccontato a sua sorella Gail di aver ricevuto messaggi minacciosi da un uomo di Alessandria: si tratterebbe di un ragazzo di 25 anni con il quale la vittima aveva intrapreso una relazione, ignara del fatto che lui fosse già spostato. L’aggressore è stato identificato come Sean Nicolas Hendricks, ed è accusato di tentato omicidio; è comparso dinanzi alla corte del magistrato il Alessandria lo scorso 25 settembre. Il portavoce della polizia Mali Govender ha confermato che a Hendricks è stata negata la libertà su cauzione.
All’arrivo della polizia il sospettato era dinanzi alla vittima che era stata gravemente picchiata, ed attualmente è in condizioni critiche. Secondo quanto riferito, il consigliere locale Xolisa Runeli ha guidato una protesta di circa 300 persone fuori dal tribunale di Alessandria venerdì, chiedendo che la libertà su cauzione del sospetto fosse negata.
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