Secondo il biochimico Rakesh Mogul gli archivi dell’agenzia spaziale dimostrano che una sonda, durante la missione Pioneer 13, aveva già rilevato segni di fosfina, un gas prodotto dai microbi nel 1978
La NASA ha scoperto la presenza di vita su Venere già nel 1978? Secondo Rakesh Mogul sì, e a rilevarla sarebbe stata una sonda che, durante la missione Pioneer 13 avvenuta nel 1978, ha rilevato segni di fosfina sul pianeta 463C.
La fosfina come indicatore della presenza di vita
Lo scorso mese alcuni astronomi britannici e americani hanno ufficialmente annunciato di aver individuato la sostanza chimica nella sua atmosfera, che testimonierebbe la presenza di vita. Il Dottor Mogul, allora, ha avuto un’intuizione: in un’intervista a WordsSideKick.com, lo studioso del Cal Poly Pomona in California ha dichiarato: “Quando è uscito il documento di Nature Astronomy, ho immediatamente pensato agli spettri di massa ereditati”. Si è allora attivato per ricercare testimonianze della presenza della sostanza durante le scorse missioni, e la sua intuizione si è effettivamente rivelata giusta.
L’autrice del nuovo studio Sara Seager, scienziata planetaria presso il Massachusetts Institute of Technology, ha dichiarato: “Questa è una scoperta sorprendente oltre che improvvisa, ed alimenterà sicuramente ulteriori ricerche sulla possibilità di vita nell’atmosfera di Venere”.
L’astrofisico della San Francisco State University e dell’Università di San Francisco, Aaron White, ha dichiarato in un’intervista: “Una delle più grandi domande senza risposta dell’astronomia è se la vita sulla Terra sia unica, o se siamo solo uno dei tanti posti in tutto l’universo nel quale ci sono altri esseri viventi”, e ha aggiunto “questa scoperta è la prova più solida che abbiamo avuto finora a sostegno del fatto che la vita nell’universo potrebbe essere un fenomeno comune. Ci sono molti luoghi diversi nel nostro sistema solare in cui abbiamo fatto ipotesi sulla presenza di vita, e Venere era sicuramente il posto più ostile di tutti. Eppure è lì che è stata trovata”.
White ha detto che c’è ancora molto lavoro da fare per confermare questa ipotesi, “ma se regge, potrebbe significare che la vita è abbastanza resistente da apparire ovunque sia anche vagamente possibile”.
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