Un gruppo di archeologi ha scoperto le cause della morte degli abitanti di un’antica città distrutta nell’età del ferro e riemersa nel XX secolo.
Fino alla prima metà del XX secolo nessuno si ricordava o aveva sentito parlare della città di La Hoya, borgo commerciale sito nella parte nord del Pais Basco, in Spagna. Il suo ritrovamento è stato effettuato in modo del tutto casuale nel 1935, quando un gruppo di studiosi si è trovato di fronte ad alcuni resti. Tuttavia bisognerà attendere il 1973 prima che venga organizzato un vero e proprio scavo per scoprire ciò che rimaneva di questa antica civiltà.
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In quella occasione si è scoperto che la città era un centro commerciale, una città dunque che basava la sua economia sia sulla pesca che sulla vendita di prodotti, ma anche dove c’era una florida attività politica. Viene dunque da chiedersi come mai non vi sia traccia di questo polo commerciale nei libri di storia e come mai una civiltà florida come quella sia scomparsa improvvisamente. In base alla datazione dei resti umani e delle rocce, si è scoperto che l’evento catastrofico che ha porto fine a La Hoya si è verificato tra il 350 ed il 200 aC.
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Scoperta archeologica in Spagna: la causa della distruzione della città di La Hoya
Di recente un gruppo di studiosi della Oxford University ha prelevato 13 scheletri rimasti sepolti nel sito in cui sorgeva la città. Esaminando i resti umani si è scoperto che queste persone furono vittima di un massacro. Gli invasori hanno assaltato la città, uccidendo tutti gli uomini che gli si sono parati davanti e bruciando tutti gli altri abitanti che si erano rifugiati nelle proprie case. L’obiettivo degli invasori, dunque, non era quello di conquistare la città ma di distruggerla.
Questo spiega anche il perché nella zona, molto propizia per l’insediamento umano vista la posizione geografia, non è più sorto alcun insediamento urbano e perché fino al 1935 non si sapeva nulla della sua esistenza. I ricercatori hanno infatti dichiarato: “L’obiettivo degli assalitori era la totale distruzione di La Hoya. Le nuove analisi sugli scheletri umani ci ricordano con estrema forza quanto il passato preistorico non fosse sempre quel periodo tranquillo che a volte ci viene descritto”.
Davide Colono