Dopo il caso del match Juventus Napoli è intervenuta anche l’associazione dei consumatori con un appello: “Il calcio deve fermarsi, pena ricorso al Tar”
Se il Governo non dovesse intervenire con forza, fermando immediatamente i campionati di calcio in Italia, il Codacons potrebbe fare ricorso al Tar. Lo ha sottolineato in una nota l’associazione dei consumatori in seguito alle ultime vicende legate ai casi di positività al Coronavirus tra calciatori e membri dello staff ed in particolare al caso Napoli-Juventus. “Il calcio deve fermarsi – sottolinea il presidente Carlo Rienzi – e il Governo deve imporre lo stop a tutti i campionati di calcio in Italia, pena un ricorso al Tar da parte del Codacons. Si assiste ad un vero e proprio caos nel calcio italiano. Quanto accaduto con la partita Juventus-Napoli e i numerosi casi di giocatori e membri dello staff positivi al Covid in molte altre squadre delle principali serie, dimostra l’esigenza di fermare il mondo del pallone, allo scopo di tutelare la salute degli stessi calciatori e di quanti lavorano nei club sportivi”.
Il Codacons prosegue sottolineando che “il caos scoppiato nel calcio, inoltre, coinvolge anche i tifosi, gli scommettitori, il pubblico delle pay-tv, e i cittadini, soggetti che spendono soldi per incontri bloccati a causa del coronavirus, come nel caso di Juve-Napoli”. Rienzi conclude con un appello al Governo: “Deve intervenire per sospendere i campionati, non essendo il calcio una priorità nel nostro paese e in considerazione della ingestibilità della situazione; in caso contrario, il Codacons valuterà un ricorso al Tar per ottenere un provvedimento in tal senso da parte del tribunale amministrativo”.
Associazione Nazionale Presidi, classi ferme perchè il calcio no?
Anche l‘Associazione Nazionale Presidi ha rilasciato una dichiarazione per bocca del presidente: “Le misure sanitarie relative alla quarantena si applicano a tutte le attività e quindi anche alle squadre di calcio: se le classi con i positivi chiudono perchè il caso Napoli suscita tanto clamore? Certo, il fatto che si parli più di calcio che di scuola la dice lunga sulle priorità della nostra società che dipendono solo da interessi economici”.