Il governo francese ha intenzione di approvare una legge per punire i medici che effettuano i “test della verginità” sulle donne.
Nel mondo musulmano il “test della verginità” è una pratica che viene effettuata per verificare che la ragazza o la donna che è stata promessa in moglie sia effettivamente ancora illibata. Si tratta di una verifica oculare o manuale dell’integrità dell’imene della donna che è stato appurato non può certificare in alcun modo se la donna ha avuto o meno dei rapporti sessuali. Dal 2018 le Nazioni Unite hanno iniziato una campagna di sensibilizzazione a riguardo, chiedendo la totale abolizione di questa pratica e promuovendo una campagne d’informazione sul tema all’interno delle varie comunità.
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Sono infatti molte le donne nel mondo che sono sottoposte a forti pressioni e costrette certificare la propria verginità alla famiglia di appartenenza ed al futuro marito. Qualora infatti dovesse essere riscontrato l’avvenuto atto sessuale, queste subirebbero conseguenze fisiche e psicologiche importanti per aver gettato vergogna addosso alla famiglia. Si tratta chiaramente di un retaggio della cultura musulmana, un malcostume che affonda le sue origini nel passato e che risulta irrispettoso nei riguardi della donna.
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In Francia si discute su come punire il test della verginità
In questi giorni l’argomento “test della verginità” è al centro del dibattito politico in Francia. I politici infatti stanno discutendo su quale pena adottare per quei medici francesi che rilasciano un certificato dopo aver effettuato il suddetto test. Tra le ipotesi c’è quella di una pena carceraria o quella di una multa di 15.000 euro per chi rilascia il certificato. In questo modo si cerca di contrastare l’insorgere di simili richieste, spesso effettuate su pressione delle famiglie, che rappresentano una violazione dei diritti della donna.
Secondo quanto rivelato da ‘France 3 TV News’, circa il 30% dei medici francesi ha ricevuto la richiesta di un test della verginità. Molti di questi hanno dichiarato di aver rifiutato di effettuare l’esame. Quelli che hanno accettato, tuttavia, sostengono di averlo fatto solo perché temevano per la salute della paziente. Il ginecologo Ghada Hatem, ad esempio, ha rivelato: “In Francia non riguarda centinaia di donne. Mi sono pervenute all’incirca 3 richieste l’anno – spiega – Se mi dicono ‘Verrò picchiata da mio fratello, mio padre mi strangolerà, rovinerà la reputazione della mia famiglia’ non ho motivo di non crederci”.