Mentre il resto del mondo, Italia compresa, sta affrontando la seconda ondata, in Cina i dati dei contagiati sono quasi pari a zero, quei pochi quasi tutti importati. La testimonianza di un’italiana in risposta al tweet di Selvaggia Lucarelli
Un giorno la Cina ci spiegherà come sia possibile che il virus circoli ancora ovunque tranne nel paese in cui è nato. https://t.co/pjYFa8V9DP
— Selvaggia Lucarelli (@stanzaselvaggia) October 7, 2020
“Un giorno la Cina ci spiegherà come sia possibile che il virus circoli ancora ovunque tranne nel paese in cui è nato”: a scrivere è la Lucarelli, che sulla sua pagina Twitter @stanzaselvaggia lancia una provocazione sugli attuali dati dei contagi in Cina, praticamente quasi pari a zero. Quei pochi contagiati sono tutti di importazione. Un incubo finito, il loro, ma non quello del resto del mondo, dove i dati continuano a salire soprattutto negli Stati Uniti, in India e nel Brasile.
“Confermo che qui il covid è soltanto un ricordo”

Sotto al Tweet della Lucarelli compare la riposta di Veronica Banfi, un’italiana che lavora in Cina: “Ciao Selvaggia, lavoro in Cina, confermo che qui il covid è soltanto un ricordo. Per ritornare qui ho fatto 14 gg di quarantena centralizzata in hotel più altri 14 di simil lockdown a casa (questi 14 gg richiesti dal mio distretto) e 5 tamponi (il numero totale dei tamponi varia in base a dove si vive. All’esterno pochi hanno la mascherina (che qui alcuni portavano già prima), nei luoghi chiusi pochissimi, molto usata invece in stazioni e mezzi pubblici. Loro sono stati attenti subito all’inizio, la gente ha avuto davvero paura, zero spavalderia. Dove trovano casi fanno test di massa a tappeto. Chi arriva dall’estero (ancora non è semplice ottenere il visto), come me che arrivavo dall’Italia, fa quarantena centralizzata sotto sorveglianza medica riportando la temperatura 2 volte al giorno ,e molti tamponi, di cui uno poco prima di partire. Più altre misure/altri giorni di quarantena in base a norme locali. La mia vita qui è esattamente identica a quella che conducevo pre covid, unica differenza gel mani nei negozi e riportata data sanificazione. Esempio sciocco: addirittura ci sono gli assaggi nei supermercati”.
China State Railway Group Company said it expects to handle 12 million passengers on Wednesday as National Day holiday wraps up. Wednesday included, passenger traffic was above 10 million for the 7th consecutive day. pic.twitter.com/MueaDFgDh7
— Global Times (@globaltimesnews) October 7, 2020
Nel suo post Selvaggia Lucarelli ha ripostato un tweet del Global Times, una testata cinese, nella quale si legge “La China State Railway Group Company ha detto che si aspetta di gestire 12 milioni di passeggeri mercoledì con la conclusione della festa nazionale. Mercoledì incluso, il traffico passeggeri è stato superiore a 10 milioni per il 7 º giorno consecutivo”. Numeri paurosi: un assembramento qui impensabile date le delicatissime condizioni sanitarie e il terrore di un nuovo lockdown. In Cina, infatti, dal primo ottobre è in corso la “Huangjinzhou”, la settimana d’oro: otto giorni di festa per la celebrazione della Repubblica Popolare Cinese a cui quest’anno va ad aggiungersi la festa di metà autunno. Ma d’altronde, visti i numeri, la Cina è oramai riuscita a lasciarsi alle spalle quella malattia e può ritornare ad eventi di questa portata. Bisogna fare però attenzione a paragonarla con la situazione dei Paesi occidentali, dove, pare ovvio ribadirlo ma a volte necessario, le modalità con cui è stata gestita la pandemia restano pur sempre quelle di una dittatura.
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