Sgomberato il Liebig34, progetto anarco-queer-femmminista: se ne va un pezzo della storia berlinese

Il centro era definito come progetto abitativo “anarco-queer-femminista” fondato nel 1999

Con il Liebig34 se ne va un pezzo della decennale storia degli squat berlinesi: situato nel quartiere Friedrichshain, il Liebig34 era un centro sociale occupato 30 anni fa, descritto dagli occupanti come “progetto abitativo anarco-queer-femminista”.

Violenti scontri fra agenti e manifestanti

Per lo sgombero la polizia ha inviato ben 1500 unità fra ufficiali di otto differenti stati della federazione e unità specializzate. All’interno del palazzo erano barricate 57 persone e centinaia di manifestanti al di fuori di esso che si sono radunati per proteggere uno degli ultimi simboli dei movimenti di sinistra autorganizzati, nel vano tentativo di evitare lo sfratto.

Quando gli agenti hanno guidato un furgone tentando di sfondare la porta barricata, sono iniziati i violenti scontri con i manifestanti, che hanno incendiato pneumatici, cassonetti e l’edificio della stazione della metropolitana di Tiergarten nel tentativo di far desistere la polizia.

Nonostante i residenti del Liebig34 abbiano detto che la polizia ha impedito al loro avvocato di entrare in casa, e che quindi lo “sfratto è ancora illegale”, gli agenti hanno rimosso con la forza dall’edificio i 57 residenti che erano all’interno; “È contrario ai diritti umani buttare persone per strada nel mezzo di una pandemia, quando non possono pagare l’affitto”, ha dichiarato l’avvocato all’Agence France-Presse.

Uno degli ultimi squat della sinistra berlinese

 

Lo scenario della Berlino che conosciamo ora nasce proprio dagli avvenimenti politici e culturali che si sono verificati dopo la caduta del muro nel 1989, quando studenti, anarchici, radicali e comunisti hanno iniziato ad occupare edifici abbandonati nella città trasformandoli in centri abitativi e contribuendo alla trasformazione dei quartieri così come li vediamo oggi.

Fra le storiche Haus-Project il Liebig era uno dei centri più importanti: “Da 30 anni Liebig 34 è un luogo per persone che sono colpite da varie forme di violenza patriarcale, che sono colpite dall’ostilità verso le persone trans e che sono emarginate in altri modi […] Durante tutto questo tempo, Liebig34 ha dato alle persone che hanno subito lo stalking un luogo di rifugio, ha messo a disposizione stanze per i rifugiati, le donne senza casa hanno potuto bussare alla porta e respirare per un po’ nella nostra stanza degli ospiti rifugiandosi dal freddo e dalla violenza […] Le donne e le persone LGBT + in situazioni di vita precaria potevano vivere nel Liebig34, mentre per il resto non c’era quasi nessuna possibilità di prendere piede a Berlino a causa dei prezzi degli affitti e della politica discriminatoria degli alloggi e dei traslochi”.

 All’inizio di questo mese era stato notificato alla comunità un avviso di sfratto, voluto dal proprietario dell’edificio, Gijora Padovicz, che si è rifiutato di rinnovare il contratto di affitto decennale della comunità nel 2018 e ha avviato procedimenti legali per farli sfrattare. Padovicz possiede centinaia di proprietà a Berlino, ed è stato accusato pubblicamente di averle lasciate deteriorare in modo da poterle rinnovare ed aumentare il prezzo dell’affitto.