Modella inglese si toglie la vita. I genitori raccontano la storia e da un anno stanno promuovendo una campagna di sensibilizzazione

La modella inglese Caitlin O’Reilly si è tolta la vita nel 2019. Oggi i genitori stanno promuovendo una campagna di sensibilizzazione sui problemi di salute mentale dei ragazzi, causati da traumi di vario tipo.

La modella inglese 20enne Caitlin O’Reilly nell’agosto del 2019 a Manchester si è suicidata e il suo corpo è stato trovato in una camera d’albergo. La ragazza non aveva mai superato un trauma subito all’età di 13 anni, quando fu vittima di un episodio di violenza sessuale.

Un adulto, infatti, l’aveva adescata online e da quel momento iniziò a perdere fiducia in se stessa e nel mondo. Caitlin non aveva mai superato il trauma e lo scorso anno si è tolta la vita, nonostante l’aiuto degli amici e dei genitori. Già in precedenza la modella aveva mostrato segni di instabilità mentale.

Pochi giorni dopo la morte della figlia, i genitori hanno iniziato una campagna di sensibilizzazione sui problemi di salute mentale dei ragazzi, in seguito a traumi in età adolescenziale. Si sono rivolti anche a Robbie Williams, amico fraterno del padre di Caitlin, per fare da testimonial per la campagna. Il cantante lo scorso anno ha condiviso un post in memoria della ragazza: “Caitlin Nicole O’Reilly era una bellissima 20enne con l’intera vita davanti. Purtroppo si è tolta la vita. Il mio amico Pete vuole cercare di aiutare, raccontando questa tragica vicenda, per aumentare la consapevolezza tra i giovani che soffrono di problemi di salute mentale. Io sono onorato di supportarlo in memoria di Caitlin”.

La madre di Caitlin O’Reilly: “Il trauma vissuto l’aveva spinta ad aiutare i ragazzi in difficoltà, a cercare di essere per loro un faro”

Nelle ultime settimane la madre e il padre della ragazza hanno iniziato a produrre e a vendere una linea di magliette per ricordare la figlia.

La madre ha rilasciato un’intervista al ‘Daily Mail’ in cui ha raccontato aneddoti sulla figlia: “Quando abbiamo scoperto cosa le era successo a 13 anni è stato un enorme cambiamento nella vita di tutti. Pensava sempre di non essere degna. Il primo giorno che è tornata dalle superiori ho pensato che qualcuno l’avesse bullizzata. Sul braccio aveva scritto ‘Non sono buona abbastanza’. Le ho chiesto chi l’avesse scritto e mi ha risposto ‘Sono stata io'”.

E ancora: “Il trauma vissuto l’aveva spinta ad aiutare i ragazzi in difficoltà, a cercare di essere per loro un faro in una fase complessa della vita come l’adolescenza. Anche quando stava male per i suoi problemi psicologici, stava sveglia fino a tardi per aiutare sui social media gli altri bambini. Diceva loro che dovevano fare qualcosa a riguardo e cercare aiuto. Passava ore ad aiutare gli altri, ma lei non ha mai potuto aiutare se stessa”.