Coronavirus, Fontana paragona la Bergamo di marzo alla Milano di oggi: “Situazione ancora grave”

Sono parole che preoccupano, quelle del presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, in merito alla situazione di Milano durante questa seconda ondata.

Una situazione che porta Fontana a paragonare i casi Bergamo e Milano: “Purtroppo la situazione che a marzo era concentrata su Bergamo adesso si è concentrata su Milano. E su Milano, che è una grande area urbana, la situazione è ancora grave come forse quella di marzo“.

Fontana ha quindi parlato dei trasporti pubblici, sostanzialmente accusando altri enti se non è stato fatto niente per migliorare la situazione: “I trasporti non sono tutti di amministrazione regionale, alcuni sono di amministrazione cittadina e sono proprio quelli che creano maggiori preoccupazioni. Noi abbiamo fatto tutto quanto era possibile fare, ma non si possono aumentare le corse su una linea che è già coperta al 100%. Abbiamo chiesto risorse per aiutare i comuni e sostituire alcune corse ferroviarie con corse su gomma, Inma non le abbiamo avute, sono state stanziate ma non sono state date. Dal mese di maggio abbiamo chiesto di differenziare l’inizio delle attività lavorative e scolastiche e non è stato fatto niente“.

Una battuta quindi, ai microfoni di Sky TG 24, in merito alla zona rossa: “Io non ho detto che non volevo accettare la zona rossa, tutte le settimane si fanno valutazioni dei dati e io pretendevo che venisse fatta la valutazione anche di questa settimana. Poi se siamo in un momento drammatico, da zona rossa è giusto che si stia in zona rossa. Io voglio vedere i dati degli ultimi 10 giorni, non li ho visti e non li ho potuti esaminare. Li valuterei per vedere se ci sono stati dei miglioramenti che secondo me ci sono stati. L’elaborazione dei dati non la facciamo noi, la fa il Cts e non li hanno ancora valutati. Li hanno in mano da martedì e vengono convocati sabato mattina per valutarli. È questa la cosa di cui mi lamento. Avrei voluto almeno una risposta dall’elaborazione dei dati che sono nelle mani del Cts da martedì mattina, perché le Regioni li hanno consegnati martedì”.